Come funziona il pilota automatico in barca?

Per tanti diportisti è un oggetto di uso quotidiano, assolutamente normale e anzi ormai indispensabile. Ma ci sono ancora molti naviganti che non conoscono affatto il pilota automatico in barca, e che non hanno mai approfondito il suo funzionamento, i suoi utilizzi e i suoi vantaggi. Ecco che allora ci sono tante persone che guardano a questo dispositivo elettronico per la barca come a una comodità non necessaria o superflua, così come ci sono altre persone che, pensando all’autopilota per barca, immaginano uno strumento talmente potente da garantire la piena libertà a bordo: tanto ci pensa il pilota automatico! Ecco, chi non ha mai usato o visto in funziona l’autopilota può effettivamente farsi un’idea sbagliata (in un modo o nell’altro) su questo strumento, e per questo oggi abbiamo voluto dedicare proprio al funzionamento del pilota automatico in barca; vedremo quindi come è fatto e come riesce a “condurre” un’imbarcazione, e quali possono essere le funzioni utili per il diportista. Partiamo però da un presupposto: il pilota automatico in barca non può sostituire il pilota umano. Si tratta piuttosto di uno strumento elettronico che dà allo skipper l’opportunità di dedicarsi ad altro, o che dà al pescatore la possibilità di dedicarsi all’attività di pesca, senza però mai poter guidare autonomamente lo scafo. Si tratta insomma di un aiuto, non di un sostituito, e lo si capirà molto bene leggendo fino in fondo questa guida.

Come è fatto un pilota automatico per barca

Partiamo dalle basi: come è fatto un autopilota per barca? Basta scorrere la pagina del nostro e-commerce dedicata ai piloti automatici nautici per capire che esistono essenzialmente due tipologie di dispositivi, con funzioni simili ma di natura diversa. Ci sono prima di tutto i “Tiller Pilot”, ovvero gli autopiloti per la timoneria a barra, ideati quindi per essere installati su delle barche di dimensioni medie e ridotte, in pozzetto; e ci sono poi gli autopiloti da installare sulla timoneria a ruota, e quindi tendenzialmente per le imbarcazioni più grandi. Tra i marchi produttori troviamo diversi giganti dell’elettronica nautica, come Raymarine, Garmin, Simrad, Furuno e Lowrance, che propongono di volta in volta dispositivi per natanti o imbarcazioni di dimensione maggiore, per barche a vela o a motore, e così via.

autopilota per barca come funziona

Per capire come funziona un pilota automatico in barca è essenziale a questo punto vedere quali sono gli elementi essenziali. A prescindere dal modello o dalle varie tecnologie impiegate, è possibile pensare a questi dispositivi come a degli strumenti composti da quattro elementi fondamentali, ovvero unità di controllo, unità di potenza, processore e bussola. L’oggetto che va fisicamente a impostare la rotta, e quindi a girare il timone, è l’unità di potenza, la quale può essere idraulica o meccanica; l’unità di controllo raccoglie i dati relativi alla navigazione, mentre invece il processore permette di calcolare l’effettivo scostamento da assegnare al timone. E poi c’è la bussola elettronica: è in base alla differenza tra il valore indicato dalla bussola e la rotta desiderata dal diportista – e impostata nel pilota automatico – che il processore imposta l’azione dell’unita di potenza.

Da non perdere:   Danilo Fabbroni. In barca a vela con i Marinai Storici. Chiacchiere in banchina.

Come funziona il pilota automatico in barca?

Semplifichiamo quindi al massimo il funzionamento del pilota automatico in barca. Lo skipper desidera dedicare un po’ del suo tempo alla gestione delle manovre, oppure deve fare qualcosa altrove (senza però smettere di tenere l’attenzione sulla rotta). Ecco che allora immette nel pilota automatico un valore, ovvero una rotta da seguire. L’autopilota confronta questa rotta con l’attuale orientamento dello scafo – grazie alla bussola integrata – e di conseguenza muta la posizione del timone, così da immettersi nella giusta direzione. Gli autopiloti moderni possono garantire una precisione molto alta, tendenzialmente con un margine di errore ben inferiore ai 2 gradi. Va inoltre detto che è possibile connettere l’autopilota della barca con il radar e con il GPS, nonché ovviamente con i display multifunzione.

Alcune funzioni particolarmente interessanti

Il pilota automatico per barca più basic è quello che si limita a seguire una rotta impostata dal diportista, senza offrire nessun’altra funzione. Ma negli ultimi anni questi dispositivi sono diventati sempre più completi e più ricchi di funzionalità. Pensiamo per esempio alla funzione per barche a vela, che permette di impostare un preciso angolo costante con il vento, o di impostare una modalità anti scarroccio, così da rendere più semplice il lavoro dello skipper. O ancora, pensiamo alla possibilità di impostare un waypoint da raggiungere, cosa che per l’appunto avvicina un po’ gli scafi più moderni alla guida autonoma. Estremamente utile può a questo proposito è la funzionalità “Man overboard”: nel momento in cui un membro dell’equipaggio dovesse cadere fuoribordo, spingendo l’apposito pulsante si “comanderà” alla barca di fare le manovre opportune per tornare esattamente in quel luogo, rendendo più facile e veloce il recupero. Queste sono del resto solamente alcune delle cose che si possono fare con un autopilota nautico; come detto, non un sostituto, ma un alleato molto prezioso.  

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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