Prepararsi a una regata: i nostri consigli

Forse hai già partecipato a qualche regata, senza grosse pretese di piazzamento. Forse hai usato la tua barca a vela, o forse sei entrato nell’equipaggio di un altro armatore, così, per tastare il terreno e per fare esperienza. O forse le regate le hai viste solo dalla riva, del mare o del lago, e di occasione in occasione hai sentito crescere dentro di te la voglia di metterti in gioco e di provare.

Un po’ di timore, prima di affrontare una regata, c’è sempre. Ce l’ha il principiante, che ha paura magari di fare delle figuracce, ma ce l’ha ovviamente anche il velista più rodato, che pur avendo già partecipato a parecchie gare, teme di non raggiungere il risultato sperato, o di non riuscire in quella manovra provata più e più volte in allenamento. In regata, del resto, i fattori da tenere in gioco sono tantissimi, così come le variabili: contano la preparazione dell’equipaggio, la qualità degli accessori per barca, le coperture, la bontà della partenza, il vento e soprattutto i cambi di vento, i giri di boa e via dicendo. Del resto è proprio questo il bello della vela: non vince automaticamente chi può sfoggiare una superbarca, quanto invece chi sa gestire al meglio le più differenti situazioni.

Ci sono tanti motivi per partecipare a una regata: per il brivido della competizione, per stare in compagnia dell’equipaggio, per mettersi alla prova, per acquisire nuove importanti competenze veliche e, soprattutto, per avere un’opportunità in più per navigare. Il velista ‘normale’, infatti, naviga solo dall’inizio della primavera alla fine dell’estate, laddove invece chi fa regate ha la scusa – ottima – di navigare praticamente tutto l’anno (avendo cura di munirsi di cerate e di tutto l‘abbigliamento velico adatto).

Gli errori da evitare in regata

Sì, sugli errori da evitare durante una regata si potrebbe davvero scrivere un libro, anzi, si potrebbe costruire un’intera enciclopedia. In queste poche righe vogliamo però riassumere quelle che sono i punti caldi e, per così dire, ‘salienti’ di ogni regata. Si comincia ovviamente dalla partenza, momento clou per tutti, prima del quale l’adrenalina dei principianti e degli esperti raggiunge livelli straordinari. Indispensabile, per non fare figuracce, conoscere alla perfezione i segnali esposti dal comitato gara – i quali alla bisogna possono essere studiati nel regolamento di gara.

Si dovrà dunque fare del proprio meglio per scegliere una posizione adatta, lontane da eventuali buchi di vento, e capire da quale lato partire: per farlo, il trucco è senz’altro quello di fare una breve bolina di prova. Nel momento in cui il comitato segnala i cinque minuti dalla partenza, è necessario portarsi vicino alla linea dello start, ma non troppo, tenendo la prua a circa due lunghezze, così da poter cazzare le vele prima del segnale di partenza e approfittare di una partenza in velocità. Chi fa un buono start ha il vantaggio di godere prima degli altri dell’aria pulita, per staccarsi così più agevolmente dal gruppo. Gli altri, invece, si scontrano inevitabilmente con i rifiuti delle altre barche a vela. Per liberarsi dei rifiuti di un’altra barca, il metodo migliore, nella maggior parte dei casi, è quello che prevede una doppia virata.

Altra situazione delicata è il giro di boa, il quale va affrontato con una manovra semplice, la quale può dunque essere portata a termine con successo dal nostro equipaggio: l’obiettivo, qui, è quello di uscire più bassi del gruppo, per mantenere un’elevata velocità. Subito dopo, in poppa, il gioco sta nell’evitare eventuali coperture.

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Barche da regata: la barca a vela giusta… o forse no

La convinzione di non avere una barca giusta per fare una crociata è un sentimento piuttosto diffuso. Tanti velisti, infatti, sono persuasi che la propria barca a vela, nata come barca da crociera, non sia adatta a questo scopo. Nella maggior parte dei casi, però, questa convinzione è errata: in linea di massima, a livello amatoriale, si può iniziare a fare regate utilizzando qualsiasi barca. L’importante, in questo senso, è trovare non la barca giusta, quanto invece la regata giusta per la propria barca.
Prima di decidere a quali regate partecipare, facendosi magari accalappiare dalla fama o dal luogo, è meglio capire quali saranno le caratteristiche di quella gara. Come potresti divertirti partecipando a una competizione in barca da crociera, se intorno a te ci sono solo barche da regata? La sana competizione, e quindi il divertimento, sono invece assicurati nel momento in cui ci si sfida tra gare della stessa tipologia.

Una questione di stazza

Nella scelta delle regata a cui partecipare è certamente utile guardare al Certificato di stazza della propria barca – rifacendosi in caso a quello di barche simili – per capire le prestazioni delle barche potenzialmente avversarie. Ma cos’è il Certificato di stazza? Si tratta in realtà di un termine generico, per quanto usato correntemente, per attestare il diritto di un’imbarcazione a regatare, in quanto in linea con i requisiti obbligatori per quel tipo specifico di barca a vela. Per non fare confusione, va sottolineato che il Certificato di stazza – cui ci si riferisce talvolta anche con altri termini, ovvero certificato di misurazione, di registrazione o di conformità – è necessario solamente per fini agonistici, e non ha nulla a che fare con il Certificato rilasciato dagli Istituti di classificazione.

Si pensi per esempio al Sistema ORC. In questo caso lo scafo della barca a vela viene misurato in ogni sua parte con uno scanner, il quale comporta un errore massimo di due millimetri. Ovviamente, per le imbarcazioni costruite in serie, si fa riferimento alla misurazione dell’originale; per un prototipo di barca a vela, invece, si provvede con una misura ad hoc.

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Come preparare la barca a vela alla regata: manutenzione e accessori per barche

Non si finisce mai di preparare la propria barca a vela per una regata, anche nel caso delle barche da crociera: ci sono sempre delle possibili migliorie da affrontare, in base al proprio budget, alla propria passione e al tempo a disposizione. Ciò non toglie, come già anticipato, che non basta avere la migliore delle barche per vincere una regata: anche il fattore umano, infatti, è importantissimo. Senza una preparazione ad hoc, però, un normale barca a vela non ha alcuna possibilità di fare bella figura in un evento agonistico: ecco dunque come preparare l’imbarcazione per la regata, dalla scelta degli accessori per barche giusti in poi.

Per prima cosa, è necessario eliminare i pesi inutili. Sì, perché ci sono tanti accessori per barche che possono servire durante una crociera, ma che in regata non vanno altro che appesantire la barca, rendendola più lenta. Attenzione, però, perché non si può assolutamente esagerare: se infatti tutti i regatisti sono invitati a sbarcare tutti gli elementi non necessari, va sottolineato il fatto che il regolamento di regata vieta esplicitamente di smontare gli allestimenti della barca. Il rischio, infatti, è quello d’essere squalificati. Quindi sì, svuotiamo gli armadietti e lasciamo a terra stoviglie, padelle, coperte, giochi da tavolo e sacche, ma non tocchiamo per nessun motivo divani, cucinotti e altri allestimenti fissi. Sono da svuotare i serbatoi dell’acqua, laddove invece per i serbatoi di carburante si tende a tenere il minimo necessario per la giornata.

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Altro passaggio fondamentale è la manutenzione e la cura della carena della barca a vela. Portarsi allo start di una regata con una carena sporca o rovinata è una vera e propria ingenuità. La tua barca è stata in acqua tutta la stagione, e non ha mai ricevuto una buona pulizia? Allora devi assolutamente alarla e pulirla, usando idropulitrice ed eventualmente raschietto. Una volta pulita, dovrai capire quale trattamento è necessario: probabilmente, se non lo fai da tanto, è il caso di dare l’antivegetativa al tuo scafo, avendo la cura, prima, di togliere il vecchio strato secco. Se invece il tuo scafo è ok, potrai limitarti a una semplice pulizia, per renderlo così più veloce.

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Bisogna poi eliminare, per quanto possibile, tutte le resistenze all’avanzamento: si consiglia dunque di portare le prese a mare a filo scafo, di diminuire la luce tra quest’ultimo e il timone e di dare un’occhiata al raccordo tra scafo e la pinna della deriva.

Ci sono velisti che si dimenticano dell’albero e altri, invece, che ne sono ossessionati. Il giusto, come spesso accade, sta nel mezzo. Non è vero, per esempio, che a ogni alaggio debba essere per forza eseguito nuovamente il tuning di questo elemento. Il controllo delle sartie, dell’estruso, delle crocette, delle drizze e dello strallo cavo deve però essere fatto ogni volta che si esce in mare, e a maggior ragione prima di una regata. Periodicamente va comunque verificata la regolazione dell’albero: quante volte si sentono dei diportisti lamentarsi della propria barca, la quale sembra proprio navigare in modo differente sui due bordi? Ecco, nella maggior parte dei casi, il responsabile è proprio l’albero, che non è perfettamente dritto dal punto di vista trasversale. Anche un’occhiata all’incilinazione verso poppa, di tanto in tanto, è d’obbligo, confrontando il dato reale con il rake che si può leggere sul piano velico.

Un’attenzione particolare spetta ovviamente alle vele, le quali sono il motore della nostra barca a vela, gli elementi più importanti tra gli accessori per barche durante una regata. Attenzione: non ti stiamo assolutamente dicendo che, per partecipare a delle regate a livello amatoriale, devi acquistare obbligatoriamente un dispendioso set da regata. Puoi benissimo iniziare con le tue normali vele da crociera, avendo l’accortezza di regolarle nel migliore dei modi e di controllarle da vicino. Dovrai controllare dunque la stecche, le tasche delle stecche e le balumine, individuando eventuali fori sulle vele di poppa.

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Prepararsi a una regata: l’equipaggio

Non basta avere una barca in perfetta forma e i migliori accessori per barche per affrontare serenamente una regata. É anche necessario, infatti, poter fare affidamento su un equipaggio preparato. Chi si vuole avvicinare per la prima volta al mondo delle regate può certamente seguire dei corsi appositi, per poi entrare nell’equipaggio di altri armatori e sperimentare il brivido della competizione, che costringe a prendere tante piccole decisioni in pochissimo tempo e a muoversi all’unisono con il resto del team. Gli armatori che vogliono provare per la prima volta questa avventura con la propria barca dovrebbero invece poter contare su un amico esperto o persino su un professionista, in grado di indirizzare barca ed equipaggio nella direzione giusta.

Formare un equipaggio affiatato, del resto, non è semplicissimo, soprattutto se si parte da zero. Perlomeno all’inizio – partendo dal presupposto di avere a bordo almeno una a o due persone esperte – non è necessario selezionare gli altri membri del team in base all’esperienza, quanto invece guardando alla passione: quello che ti serve è infatti una squadra che abbia le migliori motivazioni per salire sulla tua barca a vela e affrontare con lo spirito giusto il mondo delle regate. Tutti, all’interno di un equipaggio, dovrebbero essere in grado di fare praticamente qualsiasi cosa, muovendosi dunque con disinvoltura da un ruolo all’altro in caso di bisogno. Detto ciò, è essenziale assecondare le attitudini e le esigenze di ogni membro, cercando il compromesso tra i loro desideri e il ruolo più adatto in base alle loro peculiarità. E no, non è per nulla facile, ed è proprio per questo che, in molti casi, il punto critico è costituito proprio dall’equipaggio: gli accessori per barche si possono semplicemente acquistare e installare, mentre i membri del team vanno individuati, attirati, formati, coinvolti, allenati e via dicendo!

Pianificare degli allenamenti è importantissimo, un po’ per una pura questione fisica, un po’ per prendere le misure con il team e con la barca, e un po’, infine, per portare tutti a fidarsi dei propri compagni, incentivando la nascita del tanto agognato ‘spirito di squadra’. Durante una regata, chiunque all’interno dell’equipaggio può sbagliare: capita. L’importante è poter contare su un team che, in caso di sbaglio, non inizi a recriminare, quanto invece a fare il possibile per riparare l’errore commesso.

I primissimi allenamenti dell’equipaggio possono essere semplicemente fatti girando lentamente e ripetutamente intorno a due boe, per imparare e ripassare con calma tutte le manovre necessarie, per renderle naturali e sempre più efficaci. Finita questa prima fase, si passerà ai speed test, cercando di confrontarsi con delle barche simili alla propria, testando le varie regolazioni di albero e vela.

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I ruoli in regata

Ma quali sono effettivamente i ruoli dell’equipaggio in regata? Di fatto, se i ruoli in barca a vela sono già di per sé abbastanza definiti, l’attenzione aumenta notevolmente nel momento in cui si prende parte a una regata. Va prima di tutto definito il numero di persone che dovranno essere a bordo: quante persone formano l’equipaggio perfetto per la regata? Ebbene, tutto dipende dalle dimensioni della barca da regata. Una barca a vela di 6 metri, per esempio, può affrontare ottimamente una regata con 4 persone capaci, laddove invece una barca da 12 metri necessiterà di una decina di persone.

Maggiori sono dimensioni della barca, più sono le persone, più vengono suddivisi i ruoli in modo specifico, laddove invece su barche piccole la stessa persona finisce per avere più compiti. In un equipaggio ridotto l’albero sarà compito del drizzista, così come il timoniere si occuperà anche della tattica. In equipaggi numerosi, invece, ognuno ha il suo compito, e si può perfino arrivare a designare i vari “aiuti”. I ruoli principali in ogni caso sono quello del prodiere, ovvero il responsabile dei cambi di vele di prua; si tratta di un ruolo da affidare a una figura esperta e molto agile. Ci sono poi l’addetto all’albero, che deve avere una certa prestanza fisica, nonché il drizzista, veloce e scattante: va detto che su barche piccole la stessa persona ricopre entrambi i ruoli. Ci sono poi i due regolatori di vele, che devono agire in perfetta sincronia, e poi il randista, nonché, ovviamente, il timoniere e il tattico, in perenne movimento. A tutti questi ruoli classici si somma quello nuovo del navigatore, alle prese con il GPS nautico.

Ecco come prepararsi a una regata: a quando la tua prossima gara? 

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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