La presa del gavitello in barca a vela

Come fare una perfetta presa del gavitello in barca a vela? L’anno scorso avevamo già visto una veloce guida all’ormeggio al gavitello, spiegando i passaggi principali di questa delicata operazione. Sappiamo, però, che intorno alla presa del gavitello non si è mai detto abbastanza, e lo sappiamo perché conosciamo le scene che ogni anno si ripetono nelle baie e nei campi boe sparpagliati per le coste del Mediterraneo. Certo, c’è chi conosce la tecnica giusta e che sa muoversi in modo effettivamente scaltro sulla propria barca, e che riesce da solo a fare una perfetta presa del gavitello. Ma spesso ci sono skipper meno preparati, o magari più agitati, o talvolta desiderosi di far “provare” la presa a qualcun altro dell’equipaggio, che finiscono per creare dei siparietti piuttosto divertenti – perlomeno per chi guarda da un ormeggio più vicino. Ecco allora che si vedono skipper che urlano ordini un po’ vaghi a uno sfortunato malcapitato che, a prua, non riesce ad afferrare o a sollevare il gavitello, così da spingere lo skipper a riposizionarsi; in altri casi invece il marinaio ha la peggio, e viene “spinto” in acqua dallo skipper, affinché recuperi la boa con tanto di cima in bocca. Vediamo quindi come fare la presa del gavitello in barca a vela senza sforzi, senza figuracce e senza tuffi.

Capire di che boa stiamo parlando

Prima di tutto, va detto che i gavitelli non sono tutti uguali, con le diverse tipologie che richiedono delle operazioni leggermente diverse per fare un ormeggio. Potremmo per esempio trovarci ad avere a che fare con un gavitello bello solido, con uno spazioso anello in acciaio nella sua parte superiore: in quel caso potremo semplicemente far passare la nostra cima d’ormeggio all’interno di questo anello superiore, con un’operazione estremamente veloce, sapendo che al di sotto della boa c’è una cima o una catena che mantiene, mediante un peso morto, mantiene, il gavitello saldamente ancorato al fondo. Ma non è sempre così: a volte l’anello superiore è pensato per la cima di ormeggio, essendo un fragile appiglio posizionato unicamente per sollevare la boa stessa – a mano o con il mezzo marinaio – per poi assicurare la nostra cima d’ormeggio alla base. Prima di procedere con l’ormeggio e con le operazioni necessarie, quindi, dovremo avere capito quale tipo di gavitello stiamo affrontando!

Preparare la presa

In barca le manovre non si improvvisano, men che meno gli ormeggi. Così come in un ormeggio in banchina ci prepariamo ancora prima di entrare in porto, disponendo i parabordi e via dicendo, allo stesso modo, anche per ormeggiare a un gavitello in un campo boe deserto, dobbiamo lavorare d’anticipo. Ecco: ipotizziamo di avvicinarci con la nostra barca a vela a un campo boe che non offre assistenza. Prima di tutto dovremmo sapere quali tipi di gavitelli incontreremo. In secondo luogo, dobbiamo preparare il tutto per rendere l’operazione veloce, leggera ed efficace. Dovremo pensare in primo luogo com’è la situazione: abbiamo un marinaio esperto che possa riuscire a prendere il gavitello da prua con un mezzo marinaio senza sforzi? In quel caso, potremo procedere con la classica presa di prua. Ma se, per l’assenza di un marinaio, per la pesantezza delle boe, per la trappa inferiore particolarmente tirata, o semplicemente per fare tutto da soli, volessimo agire a poppa? Nessun problema, dovremo solo preparare la barca di conseguenza! Per prima cosa liberiamo la poppa, aprendo il cancelletto e abbassando eventualmente la plancetta. Non è tutto qui: sapendo che dopo dovremo camminare velocemente da poppa a prua, liberiamoci il percorso. Via passerelle, via stuoini, via gonfiabili, scotta genoa, via tutto. Fatto questo, prendiamo una cima abbastanza lunga, capace di andare da poppa a prua, e fissiamola a prua per poi farla passare all’esterno fino a poppa. A questo punto possiamo iniziare la presa del gavitello con la barca a vela.

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Come fare la presa del gavitello in barca a vela

Dunque, ipotizziamo di essere in una giornata senza troppo vento, e di avere già preparato tutto per una presa del gavitello in barca a vela a poppa, per i motivi di cui sopra. Una volta avvicinati al gavitello, ci si gira per mettere la prua al vento – per evitare traversi – così da avvicinarsi in retromarcia alla boa. Una vola arrivati si blocca la barca, ci si sposta a poppa e si effettua comodamente la presa del gavitello: in caso di plancetta abbassata e di gavitello con solido anello superiore, questa operazione può essere fatta facilmente e istantaneamente dallo skipper stesso. A questo punto non resta che portare il gavitello a prua, facendo “scorrere” la nostra cima oltre la battagliola mentre ci spostiamo, per assicurare il tutto alla galloccia.

E se invece ci fosse vento forte? La manovra cambia, rinunciando a portare la boa a prua da poppa. Ci si avvicinerà alla boa con poppa al vento, la si supererà e ci si avvicinerà poi in retromarcia, per assicurare la boa alla poppa con una cima corta: solo quando e se il vento calerà andremo a portare la cima a prua.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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