Pulizia della carena: guida allo svolgimento della procedura antivegetativa

Sarà capitato anche ai più distratti di osservare la carena di un’imbarcazione da sopra il pelo dell’acqua e scorgere il rivestimento della chiglia colonizzato da tutta una serie di piccoli organismi e alghe. 

La condizione è comune agli scafi di qualsiasi imbarcazione dopo il varo, e richiede che vengano svolti trattamenti con speciali vernici antivegetative e fluidi biocidi. 

In questo approfondimento, vedremo nello specifico quali sono tutti i passaggi per svolgere al meglio l’operazione del “fare carena“.

Premessa: come si forma lo strato di sporcizia sulla carena? 

Indipendentemente dall’ambiente acquatico considerato, prima o poi ogni chiglia viene “sporcata” sotto la linea di galleggiamento dagli organismi marini indipendentemente dal materiale dello scafo: vetroresina, legno, resina, metallo, tutti sono soggetti a questo problema.

La rapidità e l’incidenza del processo di colonizzazione di questi organismi dipende da diversi elementi come qualità di acqua, profondità, temperatura, correnti e moto ondoso. Questi fattori sono per natura molto variabili e possono portare a differenze molto consistenti a livello di incrostazione anche in porti e ormeggi molto vicini tra loro.

A ogni modo, il processo di colonizzazione si articola generalmente in tre fasi: 

  1. Già dopo i primi giorni di barca in acqua, un sottile strato di materiale organico si forma su tutto lo scafo della barca sotto la linea di galleggiamento.
  2. Dopo circa una settimana dalla messa in acqua, lo strato organico “evolve”, convertendosi in una colonia di organismi pluricellulari. 
  3. A lungo andare, compaiono gli effetti visibili che tutti conoscono: le alghe e i cosiddetti “denti di cane“, nome comune dei balanidi. 

Chiarito il processo, diamo un’occhiata a cosa usare per liberarsi di questo problema e di come procedere al trattamento.

Qualsiasi barca è soggetta al fenomeno delle incrostazioni sullo scafo già dopo pochi giorni in acqua

Come agisce la vernice antivegetativa? 

L’aiuto principale per contrastare il fenomeno conosciuto come “marine fouling” in inglese è costituito dalle vernici antivegetative. Si tratta di speciali vernici contenenti dei biocidi (l’ ossido di rame su tutti) rilasciati gradualmente per tenere lontani gli organismi dallo stato nel tempo. 

La famiglia della vernice antivegetativa si divide in de principali categorie: 

  • Vernice a matrice dura: il rilascio delle sostanze biocide avviene lentamente senza che l’aspetto del rivestimento muti nel tempo, anche dopo l’esaurimento dell’efficacia del prodotto. 
  • Vernice autolevigante: ciascuno strato di antivegetativa in questo caso tende a “squamare” a causa dell’attrito con l’acqua, riducendo il proprio spessore nel tempo (senza però perdere di efficacia).

Il primo tipo di vernice è più indicato se si possiede una barca che si utilizza poco. Stazionando a lungo in porto, infatti, è più indicato utilizzare un prodotto più resistente e che prevenga per più tempo la formazione della vegetazione marina. Il secondo tipo di vernice, invece, è più indicato per barche soggette a lunghe navigazioni, per cui la perdita graduale di strati è più adatta. 

Da non perdere:   Chiacchiere in Banchina Live. Andrea Falcon

Una nota a parte va fatta per le barche molto veloci: la vernice a matrice dura è senza dubbio migliore in questi casi, considerando che la sua controparte durerebbe solo poche uscite vista la sua tendenza a squamare. 

A ogni modo, è bene evitare la pratica di immergersi per grattare via le incrostazioni con una spatola quando la barca è ancora in mare: i vecchi strati di vernice che si sfalderanno, infatti, andranno a depositarsi sul fondo, e la tossicità del prodotto non fa distinzione sul tipo di organismo da stroncare: in sostanza, si rischia di arrecare un danno importante all’ecosistema marino. 

La pulizia della carena è fondamentale per ogni tipo di barca

Passaggi e tempistiche per fare carena

Chiaramente, vista la grande variabilità dei fattori che portano all’accumulo di organismi sulla chiglia, non esiste una risposta precisa riguardo al periodo da far passare tra un’operazione di carenaggio e l’altra. 

L’ideale sarebbe comunque quello di armarsi di levigatrice, idropulitrice e tutto il resto durante il periodo di inattività della barca e svolgere queste operazioni prima dell’inizio della nuova stagione. 

A ogni modo, diamo un’occhiata a ogni passaggio consigliabile per completare a regola d’arte un’operazione di carenaggio, sapendo che è disponibile anche un video che illustra come dare l’antivegetativa alla barca:

  1. In primo luogo, una volta tirata in secca la barca, si procede a lavare la carena con l’idropulitrice per eliminare lo strato di vecchia antivegetativa e tutto quello che vi si è attaccato. Sarebbe meglio utilizzare dell’acqua calda per eliminare con più facilità ogni traccia di incrostazione. 
  2. Si lascia la carena asciugare per qualche giorno senza fare altro. 
  3. Nel caso in cui la vernice applicata in precedenza sia stata autolevigante, allora sarà probabilmente già venuta tutta via. In caso di vernice a matrice dura, invece, occorrerà probabilmente grattare via lo strato servendosi di una levigatrice e di uno sverniciatore.
  4. Completata l’operazione sulla parte principale, bisogna occuparsi di piede poppiero ed elica, facendo in modo che il metallo torni visibile e sostituendo gli zinchi ove necessario. 
  5. A questo punto, si procede a lavare l’opera morta per pulirla dalla polvere e ad applicare uno strato di primer epossidico per facilitare l’adesione della vernice antivegetativa che verrà applicata. 
  6. A questo punto si procede a stendere una mano di antivegetativa. Sarebbe sempre meglio dare almeno due mani, riservando l’ultima per i giorni immediatamente antecedenti al nuovo varo.

Questi passaggi dovrebbero essere sufficienti per mantenere in salute l’ opera viva e lo scafo in generale per una barca a vela o una barca a motore di qualsiasi genere. Nel caso ne avessi bisogno o volessi semplicemente farti un’idea, in questo articolo troverai i consigli per ridurre i costi di manutenzione della tua barca considerando anche altre operazioni che sarebbe meglio svolgere periodicamente.

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.
  1. SALVE
    VORREI INFO SU COSA METTERE COME ANTIVEGETATIVO SUI TUBOLARI DEL GOMMONE CHE RESTANO A CONTATTO CON L’ACQUA

    • Buongiorno Giuseppe e grazie per la domanda.

      Se parliamo di vernice antivegetativa specifica per gommoni, puoi considerare la seguente: AB0015 – Antivegetativa Gummipaint A/F monocomponente – Veneziani
      Si può applicare a rullo o pennello, agendo sulla superficie ben pulita esente da polvere o residui dell’antivegetativa precedente. L’eventuale carteggiatura deve essere leggera e va fatta con carta fine in caso. Comunque, è sempre meglio evitare di utilizzare macchinari e preferire la carteggiatura manuale per evitare di danneggiare il tubolare pneumatico.

      Se ci sono altre domande sono qui. 🙂

  2. Buon giorno, vorrei chiedere, su di uno scafo in vetroresina, dopo aver passato una mano di primer epossidico nel caso di specie userò il vs prodotto Adherpox, debbo attendere dei tempi precisi oppure no, prima di dare le 2 mani di antivegetativa?
    Grazie mille per la risposta.
    Giovanni Mariucci

    • Buonasera Giovanni e grazie per la domanda. Solitamente, i tempi di asciugatura consigliati per Adherpox sono di minimo 10 / 12 ore. Suggeriamo quindi di attendere quel lasso di tempo prima di procedere con l’antivegetativa. 🙂

  3. Grazie questo tempo sicuramente potrà essere più o meno lungo, anche in funzione dell’umidità e della temperatura dell’aria, ma io vorrei chiedere se posso aspettare anche qualche giorno prima di dare l’antivegetativa o è necessariamente da dare passato questo lasso di tempo che mi ha indicato.
    Grazie mille
    Giovanni Mariucci

    • Buondì Giovanni.
      Allora, volendo si può aspettare qualche giorno, ma comunque l’antivegetativa è formulata per avere il suo effetto quando è immersa in acqua. Più si aspetta e più asciuga, causando una perdita sensibile di efficacia del prodotto col passare del tempo. In altre parole, prima la si passa e meglio è. 🙂

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