Quando cambiare le cime nautiche

Quando cambiare le cime nautiche? Da un certo punto di vista, sarebbe molto comodo avere a che fare con delle cime nautiche con delle date di scadenza precise. Sì, perché delle barche a vela di dimensioni medie o perfino ridotte finiscono di fatto per avere a bordo centinaia di metri di cime, tra drizze, scotte e cavi d’ormeggio. E certo, il vero lupo di mare conosce le proprie cime nautiche, ma non centimetro per centimetro, non in loro ogni dettaglio. Ne deriva quindi che non è facile capire quando cambiare le cime nautiche, con il rischio di ritrovarsi ad affrontare dei problemi anche seri a causa di cime vecchie o troppo usurate. Pensiamo a quale situazione spiacevole potrebbe essere quella di trovarsi con una cima che cede nel bel mezzo della navigazione, o ancora, pensiamo a cosa potrebbe significare ormeggiare una barca con una cima prossima alla rottura: i danni potrebbero essere enormi.

Molto meglio, quindi, controllare regolarmente e attentamente le cime della propria barca, così da capire quando cambiarle – prima di rischiare danni!

Come e quando cambiare le cime nautiche?

Una cosa è certa: per controllare la salute delle cime nautiche è necessario fare di più che guardare velocemente tutte le manovre della barca così come si presentano quotidianamente. No, è necessario liberare alcune ore del proprio tempo, armarsi di pazienza, e rimuovere tutte le manovre dall’imbarcazione, per poter procedere così a una vera analisi delle cime, centimetro dopo centimetro, dall’inizio alla fine di ogni cavo nautico.

Ogni quanto fare questa operazione? Ebbene, tutto dipende dall’età delle cime e dall’effettivo utilizzo della barca. In linea di massima, però, il diportista medio potrebbe effettuare questo controllo su base annuale. Di certo il momento più comodo è quello della stagione invernale, in occasione del rimessaggio: l’imbarcazione è ferma, nessuno la utilizza, e ci si potrà quindi permettere di effettuare il controllo delle cime nautiche con calma.

I segnali che ci dicono che è ora di sostituire le cime

Come capire se le cime nautiche della nostra barca sono arrivate al momento della pensione? Quali sono i segnali che ci dicono che, al loro prossimo utilizzo, le nostre cime potrebbero creare dei problemi? Vediamoli uno per uno, per capire senza dubbi quando è il momento di cambiare le cime nautiche!

  • Una questione di diametro: il primo fattore da prendere in considerazione per capire se è o meno giunto il momento di cambiare le cime nautiche è il diametro delle cime. Quando acquistiamo i cavi nautici per la nostra barca, siano essi drizze o cime per l’ormeggio, il loro diametro è perfettamente uguale per tutta la loro lunghezza. E così dovrebbe essere sempre: nel momento in cui troviamo degli assottigliamenti, o nel momento in cui al contrario troviamo delle parti più spesse, abbiamo a che fare con una cima nautica danneggiata in modo – probabilmente – seria all’interno, a livello del nucleo: molto meglio cambiare quella cima!
  • Un’abrasione di troppo: le cime nautiche sono pensate per resistere alle abrasioni, e i loro stessi passaggi sono pensati per ridurre le abrasioni al minimo. Eppure, dopo anni di utilizzo corretto (o dopo un periodo più breve di utilizzo non corretto – è possibile trovarsi di fronte a delle abrasioni evidenti del cavo, con una progressiva erosione della camicia esterna, fino a compromettere la tenuta del nucleo interno. In questi casi è necessario accorciare la cima (opzione da prendere in considerazione sempre se l’abrasione si trova in prossimità dei terminali), o sostituirla totalmente con una cima nuova. Se possibile sarebbe inoltre utile individuare la causa dell’abrasione, per evitare che anche la nuova cima finisca per andare incontro al medesimo destino!
  • Una cima incolore: le nostre cime nautiche presentano colori diversi. E va detto che le loro colorazioni ci possono aiutare anche a capire il loro stato di salute. Una cima che si presenta molto sbiadita è infatti probabilmente una cima che è stata esposta troppo a lungo ai raggi ultravioletti: meglio non affidare a quel cavo carichi troppo importanti!
  • Terminali in salute: di certo, dopo avere controllato centimetro per centimetro l’intera lunghezza di una cima nautica, controllare i due terminali risulta assolutamente veloce e semplice. Quando un terminale deve attirare al nostra attenzione? Semplice: quando il capo della cima si presenta sfilacciato, e quindi con dei fili esposti, è bene procedere con una nuova impiombatura.
  • Bruciature: chi ha fatto correre una cima sul palmo delle mani sa molto bene che lo sfregamento di un cavo produce calore. Non stupisce quindi di trovarsi di tanto in tanto di fronte a delle vere e proprie bruciature dei cavi: queste fusioni possono rendere più debole la corda, e vanno quindi individuate.
  • Cavi rigidi: una cima nautica in salute è morbida. Può però accadere di ritrovarsi di fronte a una sezione irrigidita, a causa di un carico eccessivo che ha mutato la struttura interna del cavo. In quel caso l’elasticità e la tenuta della cima sono da considerare compromesse.
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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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