Siamo ormai nel pieno dell’inverno, e manca ancora parecchio tempo al ritorno della bella stagione. Questo, per i diportisti, vuol dire principalmente una cosa: che la barca se ne resterà probabilmente ferma ancora per diversi mesi. Non è forse il momento perfetto per la manutenzione della nostra imbarcazione? In molti casi si tratterà di piccoli interventi mirati, mentre per altri diportisti saranno necessari interventi più estesi, più generali: si parla ovviamente del refitting della barca, un’attività che, se deve essere fatta, deve sicuramente avere luogo d’inverno! Ma cosa significa fare un refitting della barca? Quali sono gli interventi tipici?
Chi frequenta il mondo del diporto non può non avere mai sentito parlare del refitting della barca: si tratta di un servizio richiestissimo nei cantieri navali. Va però detto che questo è un termine onnicomprensivo, che può indicare un sacco di attività differenti. A livello letterale, “refitting” significa “riparare” o “ristrutturare”, nonché più nello specifico “riequipaggiare”. Insomma, fare un refitting di un’imbarcazione significa rimetterla in sesto. Si parla allora di riparazioni, di ripristino, di fissaggi, di ristrutturazioni, di sostituzioni, e via dicendo, di operazioni che possono avere come oggetto sia l’esterno che l’interno della barca. E si può parlare anche di interventi tesi alla personalizzazione, per rendere una barca più originale, più unica, più aderente alle proprie esigenze, e di interventi volti a modernizzare l’imbarcazione, dotandola cioè di nuovi strumenti (pensiamo all’elettronica di bordo, alla elica di prua e via dicendo).
Sia i costi che i tempi, in base alle esigenze della barca, possono essere importanti: prima di prendere in considerazione il refitting nautico è quindi importante capire quali sono i concreti problemi dell’imbarcazione, stabilire delle priorità e definire un budget. In questo modo si potrà avviare la ristrutturazione della barca in modo “scientifico”, con la certezza di investire bene i propri soldi.
Il refitting della barca all’esterno
Nella maggior parte dei casi il refitting della barca si concentra sulla sua parte esterna. Questo non deve stupire: è infatti l’esterno dell’imbarcazione a essere esposto alle principali minacce, ed è lì che l’usura e l’età fanno maggiori danni. Quali sono quindi i più tipici interventi che si mettono in campo per il refitting dell’esterno della barca? Ecco alcuni esempi
- Riverniciare lo scafo della barca: se c’è una parte esposta più delle altre, quella è sicuramente lo scafo. Le minacce del mare, gli eventuali piccoli contatti nel tempo, e via dicendo: fare un refitting della barca all’esterno vuol dire quasi sempre partire dalla riverniciatura dello scafo, a partire dalla scelta di una buona vernice per barche e dei migliori prodotti per ritoccare e lucidare il tutto.
- Osmosi va de retro: i proprietari di barche in vetroresina sanno bene che la principale minaccia silenziosa è in questo caso costituita dall’osmosi. Già ai primi segnali di osmosi è bene prenotare un trattamento antiosmosi, che permetterà così di mettere al sicuro lo scafo senza spendere cifre folli.
- Pulpiti e candelieri: tra gli interventi di refitting più comuni ci sono anche quelli che prevedono il ripristino o la sostituzione di candelieri e pulpiti.
- Risoluzione problemi di infiltrazioni da oblò: nessuno vuole infiltrazioni a bordo, ma dopo una certa età sono comuni. Ecco che allora si interviene con la sostituzione delle guarnizioni o degli interi oblò barca.
- Ricondizionamento del teak: soprattutto chi non ha effettuato nel tempo una perfetta manutenzione del teak deve intervenire a un certo punto per la lamatura e per il rifacimento dei comenti.
- Motore ed elica: come è messa l’elica della barca? Ha forse subito i danni della cavitazione? E come è messo il motore? É stato mantenuto correttamente nel tempo? Di certo un intervento completo di refitting della barca non può trascurare il propulsore.
- Manutenzione dell’impianto elettrico: nelle barche più datate è bene considerare anche una serie manutenzione dell’impianto elettrico, che può tradursi in interventi mirati, con la sostituzione di singoli elementi o fili, o con il rifacimento completo.
Il refitting della barca all’interno
L’interno della barca è esposto in forma minore alle minacce del tempo, del contesto e dell’usura, e quindi può essere mantenuto tale e quale, senza bisogno di riqualificazione, per più tempo. Ma a un certo punto potrebbe comunque rendersi necessario un refitting della barca anche nella sua parte interna: solitamente si parte dalla tappezzeria, per poi prendere in considerazione anche il mobilio. Ovviamente un buon intervento andrà a sostituire laddove necessario anche gli eventuali elettrodomestici di bordo, dal frigo per barca fino al forno, per arrivare all’installazione ex novo di elementi come dissalatore barca e condizionatori per barca.
La nuova norma sul refit nautico
In tema di refitting nautico vale la pena sottolineare che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con la circolare del 27 maggio 2022, ha presentato le nuove procedure per i lavori su delle barche da diporto extra-europee nei cantieri italiani. Si parla di fatto di una semplificazione, e nel concreto dell’esenzione dall’imposizione dell’Iva e dalle garanzie fideiussorie per tutte le manutenzioni delle unità di diporto che vengono effettuate all’interno del regime di Ammissione temporanea. E ancora, si parla della riduzione delle garanzie doganali fino al 100% per tutti i cantieri autorizzati AEO. Non serve sottolineare che questa norma è stata accolta con sollievo da tutto il settore, come aveva dichiarato al momento della pubblicazione Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica: la circolare «tiene conto delle esigenze di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi che gravano sulla cantieristica e restituisce competitività alle nostre imprese».