Guida al rimessaggio della barca

Per la maggior parte dei diportisti, arriva tutti gli anni il momento in cui si rende necessario separarsi dalla propria barca, rimandando uscite, escursioni, crociere e regate all’anno successivo. Con il volgere della bella stagione, insomma, è doveroso iniziare a pensare al rimessaggio, e ai tanti lavoretti che si dovranno fare per prolungare al massimo la vita della barca, in tutte le sue parti.

Per occuparsi delle operazioni di rimessaggio invernale, peraltro, non serve essere dei meccanici o degli esperti: è sufficiente dotarsi dei giusti strumenti (antigelo, accessori per la pulizia dello scafo e degli interni, vaselina spray, elementi di ricambio e via dicendo) e seguire scrupolosamente una checklist, così d’essere certi di non dimenticare delle operazioni importanti.

In nessun caso il rimessaggio può essere considerato come un’operazione veloce, da pianificare e da fare in fretta, all’ultimo momento. Anche per la manutenzione della barca, infatti, vale il motto tanto caro ai dentisti ‘prevenire e è meglio che curare’: maggiore è il livello di prevenzione, migliori saranno i risultati. Quindi sì, il rimessaggio della barca richiede un impegno di tempo e di energie non indifferente, ma è fatto per prevenire costi – e grattacapi – ben maggiori per la primavera successiva, nel momento in cui si vorrà tornare a navigare.

Occuparsi del rimessaggio di una barca, infatti, non vuol dire mai solo e unicamente spostare l’imbarcazione in un posto sicuro e tranquillo per l’inverno: significa invece dedicare del tempo a tutti i lavori per mantenere buone le performance della barca, così da trovarla perfetta la primavera successiva (eccezion fatta per l’eventuale necessità di dare l’antivegetativa).

Prima di armarti di scopettone, di vaselina spray e di chiavi inglesi, ti consigliamo dunque di leggere fino in fondo questa guida al rimessaggio della barca fai da te: la tua stessa barca ne sarà oltremodo lieta!

Rimessaggio in acqua o a secco? I pro e i contro

rimessaggio barche in inverno

Nessuno obbliga i diportisti a tirare a secco la propria barca a ogni fine stagione: sia il rimessaggio in acqua che quello a secco, infatti, hanno i loro vantaggi. La scelta tra queste due opzioni va fatta tenendo in considerazione l’utilizzo della barca e le proprie esigenze. Certamente chi abita vicino al mare e ha tutta l’intenzione di continuare a navigare a cadenza più o meno regolare anche durante l’inverno, ha tutto il diritto di mantenere la barca in acqua, così da averla sempre pronta all’utilizzo. Ma cosa significa optare per un questa possibilità? Per prima cosa, va sottolineato che questa scelta non elimina, ovviamente, la necessità dell’alaggio, il quale in ogni caso va fatto almeno una volta all’anno. Detto questo, bisogna sottolineare che chi non interrompe le navigazioni nemmeno durante i mesi freddi, e che quindi lascia la propria barca in acqua, deve fare i conti con un livello di usura maggiore, nonché con le intemperie autunnali e invernali, le quali potrebbero mettere a rischio l’imbarcazione.

Si capisce dunque che solamente chi ha l’interesse di continuare con le escursioni domenicali dovrebbe optare per lasciare in acqua la barca. In molti potrebbero pensare che si tratti anche di una questione economica, ma va detto che nella maggior parte dei porti turistici il costo del posto barca in acqua durante l’inverno è maggiore rispetto a quello del posto a terra, escludendo le spese di alaggio e varo (le quali però, come anticipato, devono essere affrontante ugualmente almeno una volta all’anno).

Visto cosa comporta lasciare in acqua la barca, passiamo invece al rimessaggio a secco. Sicuramente tirare a terra un’imbarcazione significa poter contare su una maggiore comodità durante le necessarie operazioni di manutenzione e di pulizia, alla quale si somma una maggiore sicurezza dalle intemperie, dalle mareggiate e dai furti da banchina. Ma non è tutto qui: una barca tirata a secco teme molto meno l’osmosi e l’umidità e, standosene lontana dall’acqua salata, tende a usurarsi di meno. Il grande e inevitabile svantaggio è, ovviamente, quello di non avere la barca a disposizione in caso di stupende domeniche autunnali o invernali di sole. Alcuni diportisti aggiungerebbero agli svantaggi del rimessaggio a secco anche i piccoli danneggiamenti che questo comporta per la carena, ma va detto che un invaso costruito a regola d’arte non preoccupa in alcun modo lo scafo.

rimessaggio barche invernale pulizia barca

Il rimessaggio della barca: la pulizia della carena

Per prima cosa, una volta tirata a secco la barca, si procede con la pulizia dell’esterno dell’imbarcazione. A portata di mano ci devono essere dunque tutti gli accessori necessari, e quindi spugne, scopettoni e, a far bene, un’idropulitrice. Così facendo si procederà con il rimuovere le tracce di sabbia e di sale, nonché le alghe e il calcare. La pressione dell’acqua, inoltre, ci permetterà di rimuovere anche quel che è rimasto della vernice antivegetativa, che dovrà essere ridata in primavera, subito prima del varo.
Una volta pulito, lo scafo ci si mostrerà in tutta la sua interezza, senza ostacoli: sarà dunque agevole individuare eventuali danni e aree bisognose di intervento: sia nel caso della vetroresina che nel caso del legno si potrà intervenire in diversi modi, utilizzando gli appositi kit di riparazione o le varie resine epossidiche più indicate.

La pulizia della coperta prima del rimessaggio

Non sola la carena va pulita con attenzione al momento del rimessaggio: anche la coperta merita d’essere tirata a lucido. Questo vuol dire che, armati di detergenti e lucidanti di volta in volta specifici, dobbiamo ridare lustro ai pavimenti, alle cuscinerie, al quadro comandi e via dicendo. Si inizia dapprima con una pulita generale con acqua dolce, per poi concentrarsi in modo specifico sui vari elementi. Una particolare attenzione dovrà essere prestata da tutti i diportisti che hanno la fortuna di avere una coperta in teak, fonte di gioia e di dolori per tanti amanti del mondo nautico. Per restare bello ed elegante, questo materiale va infatti curato periodicamente con i prodotti giusti, così da non comprometterne i preziosi oli. In queste pagine abbiamo del resto già trattato l’argomento della pulizia del teak, a partire dall’utilizzo dell’efficace, veloce e sicuro Teak Wonder.

La manutenzione dell’acciaieria

L’acciaio è resistente, ma non è certo eterno, anzi, sulle barche la ruggine è sempre in agguato. Ecco perché, al momento del rimessaggio, è buona norma dedicare un po’ di tempo anche ai vari articoli nautici in acciaio. Parliamo dunque di sostituire eventuali elementi del tutto compromessi, ma anche e soprattutto di rimuovere le macchie di ruggine estese con gli appositi panetti abrasivi e di utilizzare dei prodotti lucidanti per metalli. Qualcuno potrebbe pensare che quest’operazione non debba essere fatta al momento del rimessaggio, quanto invece in primavera, al momento del varo. Quel qualcuno sarebbe in errore: molto meglio, invece, giocare in anticipo, dedicando tutt’al più una pulizia veloce degli elementi in metallo all’inizio della prossima stagione.

Da non perdere:   Tempo di manutenzione, come pulire i metalli in barca?

rimessaggio a secco barche

Rimessaggio barca: la manutenzione del motore

Il rimessaggio del motore della barca consiste, di fatto, nel portarlo a nuovo: questo corrisponde al momento di massima cura dedicata al cuore dell’imbarcazione.

Tutti i motori, al momento del rimessaggio invernale, devono essere sottoposti al ricircolo con acqua dolce, processo che richiede ovviamente un approccio diverso per i motori fuoribordo o entro-fuoribordo e, dall’altra parte, per gli entrobordo. Partiamo dai primi: i motori fuoribordo, aiutandosi con le apposite cuffie per il lavaggio, dovranno essere fatti girare con dell’acqua dolce. Una mezz’ora sarà più che sufficiente per poter liberare tutti i depositi di sale rimasti all’interno del motore, in modo da ‘liberarne le arterie’. Talvolta ci si trova ad avere a che fare con delle incrostazioni di calcare che ostruiscono pericolosamente i condotti: in quel caso è necessario utilizzare dei prodotti appositi (o, in caso contrario, è possibile tentare con l’aceto). Liberati i condotti del fuoribordo, si può procedere con far girare il motore per due minuti con il piede immerso in un contenitore di acqua dolce e di liquido antigelo – o di vaselina – così da rendere i condotti più resistenti all’ossidazione.
Per quanto riguarda i motori entrobordo, il ricircolo dell’acqua dolce deve essere fatto sfruttando direttamente il filtro di aspirazione dell’acqua, immettendo in circolo dell’acqua dolce con dell’antigelo.

Anche l’elica della barca merita la nostra attenzione: le sue pale devono essere libere da tracce di sale, di rimasugli di alghe o di calcare, e devono essere inoltre controllate attentamente, una per una, da ogni lato.
Il momento del rimessaggio è inoltre perfetto per cambiare l’olio – operazione che andrebbe fatta a cadenza annuale. Con l’occasione, è consigliato il controllo dell’olio del piede, nonché dei filtri. Vi è poi la questione legata al carburante: per i motori a diesel, si consiglia sempre di riempire del tutto il serbatoio carburante della barca al momento del rimessaggio, così da non ritrovarsi ad avere a che fare con la condensa. Viceversa, per i motori a benzina si consiglia sempre di lasciare nei serbatoi pochissimo carburante. Per i motori a carburatore, si consiglia invece di esaurire completamente la benzina, per poi proteggerli con del CRC66, grazie a qualche giro a mano – senza candele.
Altra operazione da effettuare prima di mettere a riposo la barca è, in genere, la sostituzione della girante, che può essere effettuata senza particolari competenze meccaniche. L’importante, in ogni caso, è ricordarsi lubrificare il tutto prima del rimontaggio, usando lì dove necessario dell’olio di vaselina spray.

Controllo della timoneria

Più che un intervento vero e proprio, in questo caso si tratta in realtà di un’occhiata veloce: prima di parcheggiare la barca per alcuni mesi è sempre il caso di controllare la salute della timoneria, e soprattutto dei suoi cavi. Se sono tutti in salute, sarà sufficiente dare una bella ingrassata per mantenerli tali, aiutandosi in caso con dello spray nei punti più difficili.

La manutenzione delle batterie prima dell’inverno

Il cuore dell’impianto elettrico della barca merita senza ombra di dubbio qualche minuto del nostro tempo. Le batterie devono essere caricate al massimo. Per le batterie a liquido deve essere fatto un passo in più, controllando il livello e agendo di conseguenza. Con la nostra vaselina spray, a questo punto, procederemo prima alla pulizia, e poi all’ingrassatura di contatti e morsetti. Se possibile, in ogni caso, è sempre consigliabile smontare le batterie dalla barca e portarle nel proprio garage, così da tenerle lontane dal freddo e da poterle ricaricare ogni 4-6 settimane, in modo da prolungare la loro vita. Ovviamente questo non deve essere fatto in caso della batteria collegata alla pompa di sentina: qui sarà invece necessario inserire uno staccabatteria in grado di staccare tutte le altre utenze, avendo comunque la cura di non far passare troppo tempo tra una ricarica e l’altra.

La manutenzione delle vele al momento del rimessaggio

I velisti devono solitamente affrontare una preparazione al rimessaggio un po’ più lunga, dovendo togliere tutte le vele, controllarle e ripiegarle con cura, per poi conservarle al riparo e all’asciutto per tutto l’inverno. In caso di barche a vela di una certa dimensione, questa operazione può essere abbastanza gravosa: ritrovarsi ad avere a che fare con grandi vele da 40 chilogrammi senza contare su un aiutante è infatti un lavoro che non si augura a nessuno. Dopo aver piegato la vela, del resto, è necessario darsi alla lubrificazione di tutte le parti mobili dell’albero.

Il telo di rimessaggio

Che sia all’interno o all’esterno, in tutti i casi una barca deve essere protetta da un telo durante il riposo invernale. Come puoi vedere sul nostro negozio di articoli per la nautica online, infatti, esistono anche delle coperture per barche per interni, munite di elastici e adattabili, per proteggere le imbarcazioni dalla polvere o dai vari animaletti in cerca di rifugio. I teli di copertura per l’esterno sono invece molto più robusti, e permettono di proteggere la barca dalla pioggia e dalle altre intemperie, e sono l’ideale sia per le barche ormeggiate in banchina (dove servono anche per scoraggiare i malintenzionati) sia per quelle parcheggiate dietro casa.

Altri consigli preziosi per il rimessaggio della barca

  • Eliminare ogni traccia d’acqua: d’inverno l’acqua ha il brutto vizio di congelare. E come è noto, congelando, l’acqua si espande. Ecco allora che, onde evitare i danni provocati dal ghiaccio, al momento del rimessaggio invernale è bene svuotare tutto e fino in fondo, dal serbatoio di acqua potabile a quello per la doccia, per arrivare a boiler e toilette.
  • Controllare le cime: dalle cime per l’ormeggio in poi, il rimessaggio invernale è il momento giusto per dare un’occhiata a tutte le cime, e in caso sostituirle. Abbiamo visto in un articolo dedicato quando bisogna cambiare le cime nautiche!
  • Controllare le guarnizioni: dagli oblò in poi, dove ci sono guarnizioni ci possono essere danni, passaggi, infiltrazioni e via dicendo. Meglio dare un’occhiata.
  • Controllare l’antenna del VHF: prima di mettere il telo, meglio controllare l’antenna del VHF, e in caso toglierla, per rimetterla in posizione a tempo debito.
  • Occhio al salpancora: non ci si vorrà trovare il prossimo anno con un verricello salpa ancora rotto: meglio smontare, pulire, verificare e ingrassare.

Il rimessaggio invernale, dunque, non è una passeggiata. Chi lo affronta per la prima volta deve certamente ritagliarsi un bel po’ di tempo, procedendo con un programma preciso. Queste operazioni annuali, per quanto possano essere talvolta faticose, ci permettono però di conoscere ancora più in profondità la nostra barca, così come tutti gli accessori e gli articoli che ruotano intorno alla sua manutenzione: dopo un primo rimessaggio fatto a regola d’arte, nessuno si domanderà più a cosa serve la vaselina spray, come si pulisce l’acciaio, in che condizioni si trova l’elica, o quanto è pesante la propria vela. Tutto, insomma, diventa chiaro!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.
  1. E di una lancia sorrentina di 6 metri tutta legno mogano e teak con motore Ruggerini monocilindrico, che mi dici ???
    Grazie

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