Rimessaggio invernale della barca a vela: una checklist

Settembre sta finendo, e l’estate è ormai alle spalle. Le temperature sono già scese decisamente, il costume è già diventato un ricordo, le spiagge sono vuote, e la barca a vela…. beh, la barca a vela può essere messa a riposo. Qualcuno lo ha già fatto, qualcuno lo farà tra poco, pochissimi, invece, non lo faranno affatto, mantenendo attiva la propria imbarcazione per tutto l’inverno. Parliamo ovviamente del rimessaggio invernale, passo quasi immancabile della vita e della manutenzione di una barca. In questo post ci concentreremo in particolare sul rimessaggio invernale della barca a vela: come si può immaginare, di fatto, il rimessaggio di una barca a vela è nella maggior parte delle operazioni in tutto e per tutto simile a quello di una barca a motore. Solo una cosa cambia – anzi, si aggiunge: la cura delle vele. Ecco, dunque, una bella checklist per il rimessaggio invernale della barca a vela nel 2021. Partiremo dagli interventi in comune tra una barca a motore e una barca a vela per poi concludere con le faccende legate strettamente alla seconda tipologia, e dunque all’albero e alle vele. Buona lettura (e buon rimessaggio invernale 2021!).

Rimessaggio invernale della barca a vela: lo scafo

Partiamo dallo scafo, che si svelerà a te in tutta la sua completezza una volta alata la barca a vela. Le sorprese, ovviamente, arriveranno eventualmente a livello dell‘opera viva, ovvero della parte di carena situata al di sotto della linea d’acqua. Per prima cosa si procede con una pulizia completa di questa zona: impossibile, infatti, capire quali saranno i prossimi passaggi per la manutenzione dello scafo della barca prima di vedere effettivamente cosa si nasconde sotto lo strato superficiale di sporcizia. La pulizia avviene di prassi con un’idropulitrice, che rende questa operazione piuttosto semplice e veloce: l’acqua in pressione spazzerà infatti via piuttosto agevolmente alghe, sabbia, molluschi e via dicendo. Anzi, nella maggior parte dei casi la pressione delle idropulitrici è tale da rendere obbligatoria una certa distanza di sicurezza (nel caso di antivegetativa autolevigante, come per esempio la Veneziani DRP 100, già questa operazione permette di cancellare quanto rimasto dello strato vecchio). In ogni caso, questa operazione va fatta con grande attenzione, soprattutto lì dove la sporcizia ha maggiore appiglio: parliamo ovviamente delle prese a mare, dell’elica, del timone e via dicendo. Una volta pulita l’opera viva, sarà possibile capire se ci sono delle riparazioni da effettuare: in quel caso ci si dovrà armare di resina epossidica (immancabile durante le fasi di rimessaggio delle barche) ed effettuare tutte le riparazioni del caso. Chi lascia la barca a vela in acqua durante l’inverno deve procedere con la carteggiatura e con l’applicazione dell’antivegetativa; chi invece lascia la barca a secco fino a primavera, ovviamente, dovrà posticipare la stesura dell’antivegetativa fino al momento in cui la barca non sarà pronta per essere rimessa in acqua.

Non va tralasciata ovviamente la chiglia, da pulire come il resto dell’opera viva. In particolare, va controllata con attenzione la zona di giuntura tra la chiglia e lo scafo, dove potrebbero formarsi alla lunga delle piccole spaccature: anche in questo caso, si dovranno usare all’occorrenza stucco e resina epossidica o direttamente dello stucco epossidico bicomponente.

La pulizia dell’opera morta sarà molto più agevole, in quanto non vi saranno incrostazioni come nella parte inferiore. Al contrario, invece, la pulizia del timone e dell’elica non sarà in molti casi semplice, e richiederà anzi talvolta di arrendersi, di riporre l’idropulitrice e di usare dunque muscoli e spazzola di ferro, per tornare a far brillare le parti metalliche incrostate. É questo il momento, tra l’altro, di dare un’occhiata agli anodi sacrificali, da cambiare se usurati oltre la metà.

rimessaggio barca invernale

La manutenzione prima del rimessaggio invernale della barca a vela: il ponte

Una volta terminato con lo scafo, è possibile tirare un sospiro di sollievo: si tratta infatti di una delle parti più laboriose del rimessaggio invernale della barca a vela, e soprattutto di uno dei passaggi che, potenzialmente, può nascondere le più spiacevoli sorprese. Possiamo dunque passare ora, più decisamente, alla parte emersa della barca, e quindi al ponte. Qui, ovviamente, il tipo di intervento necessario e i prodotti da utilizzare mutano in base al materiale con cui questo è realizzato: un ponte in teak avrà bisogno di prodotti specifici e di un po’ di maestria e di tecnica (qui del resto abbiamo spiegato molto bene come pulire il teak con i prodotti appositi, usando i detergenti special Teak Wonder); chi invece ha un ponte in vetroresina, pur non potendo sfoggiare la medesima bellezza, ha un lavoro più comodo. Si tratta infatti di usare detergenti nautici come la Terribilina, uno shampoo boat cleaner o altri detergenti per imbarcazione. Prima di tutto, per evitare di lasciare dei graffi, è necessario eliminare tutto lo sporco superficiale, costituito tipicamente da qualche granello di sabbia. A questo punto, armati di spazzola morbida ma non troppo, è necessario mettersi a quattro zampe e passare zona dopo zona, insistendo di più laddove necessario, nei pressi delle zigrinature o di macchie.

La manutenzione prima dell’inverno della barca a vela: l’impianto idraulico

Non si può pensare di abbandonare per mesi la propria barca a vela sotto un telo copribarca senza dedicare qualche minuto (di più) del proprio tempo all’impianto idraulico. Non serve certo essere un idraulico per capire che, durante il letargo invernale, la migliore delle alternative sarebbe quella di svuotare tutto, dal serbatoio alle pompe. Ma questo, nella stragrande maggioranza dei casi, non è ipotizzabile. Ecco quindi che bisogna agire per fare in modo che l’impianto di acqua dolce non si deteriori durante l’inverno. Chi lascia la barca in un luogo in cui le temperature possono avvicinarsi allo zero termico deve per esempio evitare con tutte le forze il congelamento dell’acqua dolce all’interno dell’impianto, usando dunque del liquido anticongelante. Meglio attaccare delle note cartacee molto grandi, in questo caso, che ci ricordino di risciacquare abbondantemente il tutto a primavera prima di usare nuovamente l’impianto normalmente. Sarà poi necessario pulire per bene il wc marino e, come insegnano i lupi di mare, pensare alle tubature con dell’olio di vaselina (ricordandosi poi che, in primavera, sarà il caso di usare un prodotto disgorgante apposito per wc marini).

Anche al tender un po’ di attenzione

Buona parte delle barche da diporto ha a bordo anche un tender, il quale ovviamente non può dirsi escluso delle operazioni per il rimessaggio invernale della barca a vela. Il rischio, in caso contrario, è quello di ritrovarsi la stagione successiva con un tender deteriorato o persino inutilizzabile. Molto meglio quindi lavarlo per bene, preparandosi fin da subito ad affrontare le quasi immancabili macchie di carburante del motore fuoribordo e, molto probabilmente (se è stato utilizzato) la presenza di alghe e simili nella parte inferiore. Lo stesso motore fuoribordo del tender andrà ovviamente pulito e rimesso a nuovo, seguendo quanto detto nell’apposita guida di manutenzione del motore fuoribordo.

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Accessori vari per rimessaggio invernale della barca

Semplicemente indispensabili durante la fase di ormeggio, i parabordi non sono eterni, o almeno, non lo sono se non vengono usati e curati a regola d’arte. Prima di abbandonare per tutto l’inverno la barca a vela, quindi, è decisamente il caso di dedicare qualche minuto anche ai parabordi. Fender Polish, di Osculati, è per esempio un detergente appositamente creato per i parabordi, che pulisce a fondo senza deteriorare il PVC.

Altre specifiche aree di intervento sono i gavoni, che vanno svuotati, puliti e riordinati. I benefici di queste operazioni sono molteplici. Prima di tutto, così facendo, il rimessaggio invernale della barca a vela diventa l’occasione per verificare effettivamente cosa si trova in tutti i nostri gavoni, ritrovando magari dotazioni che si credevano smarrite. Sarà poi possibile controllare le condizioni di tutti questi dispositivi. Una volta svuotati, i gavoni vanno puliti con appositi sgrassanti, per poi lasciarli asciugare con lo sportello spalancato.

I proprietari di capottina, inoltre, dovrebbero dedicare qualche secondo anche a questa, intervenendo se necessario con un bel trattamento a base di silicone spray impermeabilizzante. Non va poi mai dimenticato l’ingrassaggio generale: si parla quindi dei connettori, degli snodi, dei postini, del fuoribordo, del mozzo elica e via dicendo, usando laddove necessario l’apposito ingrassatore.

Molti diportisti si dimenticano del tutto delle batterie della propria barca. E sbagliano, sbagliano di parecchio, perché le batterie della barca sono, tra tutti i dispositivi presenti a bordo, quelli che non possono assolutamente essere abbandonati del tutto per lunghi mesi. Il motivo è semplice: una batteria inutilizzata si rovina più velocemente. I casi sono dunque due: o ci si impegna a recarsi alla propria barca una volta ogni due settimane, per accenderla per un’oretta; oppure (se la barca è troppo distante, se non si ha tempo e non c’è nessuno che può farlo per noi) si smontano le batterie, e si consegnano a un’officina che si impegnerà a caricarle di tanto in tanto. Nessuna di queste due opzioni è possibile? Ebbene, allora bisogna come minimo ricordarsi di ingrassare per bene i morsetti, e controllare il livello dell’acido.

Ora, prima di passare agli elementi più tipici del rimessaggio invernale delle barche a vela (e quindi agli interventi a cime, albero e vele) ricordiamo l’importanza di proteggere la propria barca con un telo di copertura, anche quando questa viene rimessata all’interno di un garage piccolo o grande.

Il lavaggio delle vele e la manutenzione dell’albero prima del rimessaggio invernale della barca

Le vele, prima dell’inverno – a prescindere dal tipo di rimessaggio – vanno smontate e lavate. Non si tratta certo di un’operazione veloce, né tanto meno di un atto entusiasmante. Eppure è un’incombenza necessaria, per dare alla barca a vela un aspetto pulito e ordinato, per controllare le condizioni delle vele e per aumentarne la durata nel tempo. Il tutto, ovviamente, evitando di danneggiarle durante le operazioni di smontaggio e di lavaggio. Ecco dunque che è necessario prima di tutto smontarle dall’albero, e poi riporle in un’area abbastanza ampia per permetterne il lavaggio. Attenzione: questo luogo, oltre che ampio, deve anche essere ben pulito. Il rischio, altrimenti, è quello di lavare un lato, girare la vela, lavare l’altro, e ritrovarsi con il primo lato nuovamente sporco. Il lavaggio vero e proprio delle vele avviene utilizzando un prodotto apposito, come per esempio il detergente per vele Sail Cleaner di Silpar Tk, lavorando su piccole zone. Per rendere il lavoro più efficace e più veloce è consigliabile usare uno spazzolone con delle fibre piuttosto morbide, per non rigare e non ‘grattare’ eccessivamente le vele. Una volta lavato per intero un lato della vela è possibile passare al risciacquo, utilizzando abbondante acqua dolce. A questo punto è necessario farla asciugare: il modo giusto e veloce è ovviamente quello di attaccare una drizza alla penna della vela, issarla direttamente in testa d’albero – senza infierirla – e lasciarla ad asciugare. Una mezz’oretta dovrebbe essere sufficiente. A questo punto, la vela dovrà essere rimessa a terra – in un luogo asciutto e pulito e quindi ripiegata con cura, per essere poi stoccata in un luogo asciutto. Tutte queste operazioni diventano particolarmente faticose per chi possiede una barca a vela di oltre 10-12 metri: in questo caso le vele arrivano a essere molto ampie e molto pesanti, oltrepassando i 30 chilogrammi. Richiedere un aiutino per spostare e piegare la vela senza fare danni, in tal caso, è quasi d’obbligo.

Anche le cime nautiche e le scotte entrano di diritto nel processo di rimessaggio invernale della barca a vela. La corderia nautica va infatti liberata da tutti i nodi e quindi lavata: sarà sufficiente immergere il tutto in acqua dolce con del detersivo delicato e neutro per eliminare la salsedine, che alla lunga non può che innescare un invecchiamento precoce delle cime.

Infine, i velisti devono dedicare un po’ di attenzione all’albero stesso, e quindi a controllare le condizioni di bozzelli, pastecche e carrelli, procedendo dunque anche alla loro lubrificazione. Il tutto, ovviamente, deve essere fatto in piena sicurezza e con calma, usando quando necessario imbracatura e banzigo.

Sì, come avrai certamente capito, il rimessaggio invernale della barca a vela richiede qualche sforzo in più: i diportisti che possiedono una barca a motore, da questo punto di vista, hanno vita più facile. Ma si sa, l’amore per la vela passa sopra a queste e a ben altre operazioni di manutenzione!

Scegliere il parcheggio invernale della barca

Le operazioni di rimessaggio invernale della barca a vela possono dirsi complete nel momento in cui questa si trova perfettamente pulita e pronta nella posizione in cui resterà per tutto l’inverno. Ed è qui che arrivano i dubbi: meglio optare per il rimessaggio della barca in acqua oppure per il rimessaggio della barca a secco? In linea di massima i prezzi non sono estremamente differenti. Ma non mancano ovviamente le differenze: una barca ormeggiata in mare potrà essere utilizzata eventualmente durante i fine settimana più assolati, cosa che invece sarà più complicata nel caso di un rimessaggio a secco. Senza ombra di dubbio, però, un inverno in acqua comporta una maggiore usura per la barca, che sarà inoltre esposta a eventuali tempeste e mareggiate, ai fondali bassi e via dicendo. Per assicurare il più alto livello di sicurezza alla barca, il modo posto migliore è tendenzialmente a terra, in un invaso fatto a regola d’arte, ancora meglio se al coperto.

I prezzi per il posteggio invernale della barca variano in base alle dimensioni dell’imbarcazione, al porto, ai servizi richiesti e via dicendo. In linea di massima, però, è possibile dire che si parte dai prezzi relativi a una barca di 5 metri di lunghezza, che può essere ospitata per 6 mesi a terra a un prezzo medio compreso tra i 300 euro (nel caso di un parcheggio scoperto) e i 600 euro (nel caso del parcheggio in una rimessa coperta).

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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