Qualche giorno fa abbiamo visto come disporre le dotazioni di sicurezza sulla barca, dalla zattera di salvataggio in poi. In quel pezzo avevamo nominato anche la sacca di sopravvivenza, anche detta grab bag (termine che curiosamente negli Stati Uniti è usato per designare il “sacco delle sorprese”, un sacco pieno di regali) o ditch bag (dal verbo “ditch”, buttare, così come al contrario grab significa “afferrare”, due modi contrari di vedere la stessa cosa). Ecco, vorremmo partire dicendo una cosa: non sono molti i diportisti italiani che preparano una sacca di sopravvivenza per la propria barca. Eppure la presenza di una grab bag a bordo può davvero fare la differenza. Pensiamo a un’emergenza, a un evento drammatico che ci costringe e lasciare la nostra imbarcazione, a bordo della zattera di salvataggio. Quanto tempo potrebbe passare prima di essere salvati dai soccorsi? In alcuni casi potrebbe bastare poco, pochissimo. In altri casi invece ci si potrebbe ritrovare nella pericolosa situazione di dover passare molte ore a bordo della zattera, a largo, in pieno giorno oppure di notte. Ecco dunque che una sacca di sopravvivenza da gettare all’ultimo secondo nella zattera di salvataggio, contenente viveri e altri accessori può effettivamente salvare la nostra vita, e ovviamente quella di chi è in barca con noi.
Sacca di sopravvivenza: cosa è una grab bag?
Una sacca di sopravvivenza è quindi fondamentale, in particolar modo per chi si allontana in modo significativo dalla costa. Ma cosa è nel concreto una grab bag? La sacca di sopravvivenza classica è una sacca piuttosto capiente – alcuni marchi, come per esempio Plastimo, propongono delle sacche stagne in PVC pensate appositamente per diventare degli zaini di sopravvivenza. Va detto che c’è anche chi alla classica ditch bag in formato sacca stagna preferisce invece un bidone stagno. Questo risulta meno maneggiabile, ma ha il vantaggio, secondo alcuni, di proteggere maggiormente le dotazioni di sicurezza inserite al suo interno. La comodità di trasporto e di stivaggio della grab bag, però, sono fuori discussione.
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Cosa mettere nella grab bag affinché sia davvero di aiuto al momento dell’emergenza?
Cosa mettere nella ditch bag?
- Il Gps portatile con batteria di ricambio: semplicemente indispensabile per comunicare la propria posizione ai soccorritori. Sempre meglio tenere da parte nella sacca di sopravvivenza alcune batterie cariche (di solito i GPS portatili usano delle batterie AA)
- Il VHF portatile con la batteria di ricambio: il VHF fisso può diventare inutile in caso di emergenza. Meglio avere quindi sempre una radio VHF portatile, meglio ancora se galleggiante.
- L’EPIRB: uno strumento indispensabile in caso di emergenza in mare. Meglio tenerlo in una custodia rigida apposita.
- Lo smartphone: può ovviamente essere utile, e probabilmente sarà a bordo della barca. Perché non prenderlo al momento dell’emergenza?
- Un fischietto: non si sa mai. Leggero, piccolo, economico, ma fa un gran rumore, con uno sforzo minimo.
- Il manualetto di sopravvivenza: come comportarsi durante un naufragio? Molto meglio avere a portata di mano un manualetto che ci sappia ricordare le dritte giuste, anche per evitare di andare in panico.
- Dei bastoncini luminosi: molto meglio avere tutto il necessario per rendesi visibili
- Un accendino
- Dell’acqua potabile: ovviamente sulla quantità d’acqua si potrebbe disquisire all’infinito. Chi si muove su rotte frequentate potrebbe comunque accontentarsi di due litri d’acqua potabile a testa
- Una torcia stagna: vietato dimenticare una torcia da portare sulla zattera, in caso di abbandono della barca durante la notte. Molto meglio infatti usare una torcia per non sprecare la batteria del cellulare in modalità “torcia”, per l’appunto.
- Del cibo: delle barrette energetiche, della carne in scatola, dei taralli, dei cracker. Meglio scegliere qualcosa di nutriente, leggere e poco ingombrante.
- Una coperta termica: persino in piena estate, nei nostri mari, una notte a largo può essere piuttosto fredda. Meglio avere quindi a portata di mano nella grab bag una coperta termica d’emergenza, tanto più che occupano pochissimo.
- Degli indumenti tecnici: meglio avere nella grab bag come minimo un k-way, meglio ancora con altri indumenti tecnici leggeri ma comodi.
- Il kit di pronto soccorso: bende, forbicine, antidolorifici, disinfettante e via dicendo. Nella sacca di sopravvivenza dovrebbe essere presente una versione “ridotta “ del kit di pronto soccorso di bordo (nel caso non sia possibile portare sulla zattera di salvataggio anche quest’ultimo).
- Un coltello: non si sa mai. Meglio un coltello nautico senza punta, o con fodero.
- Fuochi di segnalazione: indispensabili per segnalare la propria posizione ai soccorritori in arrivo
- Nastro adesivo ultraforte
- Un rocchetto di corda in nylon
- Crema solare forte
Nel momento in cui non si stiano effettuando delle rotte transoceaniche in solitaria, questa dovrebbe essere la dotazione sufficiente di una sacca di sopravvivenza: inserire all’interno della grab bag un numero maggiore di dotazioni rischierebbe infatti di renderla effettivamente troppo ingombrante e di difficile da trasportare nella zattera di salvataggio al momento del bisogno, certamente molto concitato.
Le dotazioni obbligatorie meglio che siano nella zattera, per ragioni di peso.
In aggiunta a persona:
1 Razioni emergenza + 500 ml h20 Seven Seas (già da sola pesa 1,5 kg); 1 coperta termica; 1 tazza pieghevole. Stop. Qualche barretta di fondente e mignon di cordiale più che altro per il morale. Intimo tecnico asciutto.
Dotazioni collettive:
Dissalatore Katadin manuale; vaschetta pieghevole; torcia frontale, cialume; gamella con kit sopravvivenza; kit automedicazione completo (Flamor srl); aspirina rapida; palmare satellitare; VHF portatile, batterie, coltello. Se siamo in 8, equipaggio tipico, già siamo oltre 20kg.
Grazie Francesco per il tuo commento, e grazie per la tue precisazioni. Certo, trovare il compromesso tra quello che può essere utile e il peso complessivo non è mai facile.