Sei un felice possessore di una barca in legno? O magari stai valutando di acquistare una barca usata con scafo in legno da verniciare, e vuoi sapere qualcosina in più sulla manutenzione delle barche in legno? Ebbene, sei arrivato nel posto giusto. Qui parleremo di vernice per barche e di impregnanti per legno, di carteggiatura, di stucchi, di smalti e di tutto quello che devi sapere e scoprire per riportare a nuovo uno scafo di questo tipo – o persino per verniciare lo scafo di un prototipo appena costruito.
Va sottolineato che la verniciatura di uno scafo in legno è un’arte, con tutte le sue regole, le sue tecniche e i suoi trucchi. Le operazioni possibili da compiere sono davvero tante, così come sono molti i prodotti da utilizzare in base alle proprie esigenze e, ovviamente, in base alle condizioni dello scafo. Qui ti spiegheremo dunque una per una tutte le fasi della verniciatura e del restauro di una barca in legno. Per chi è ancora indeciso se acquistare una barca in legno o meno, o ancora, se procedere effettivamente al restauro della barca, o magari venderla lavandosene le mani, anticiperemo il tutto con un paragrafo dedicato ai vantaggi di queste unità, in un mondo in cui ormai gli scafi in vetroresina vanno decisamente per la maggiore.
I vantaggi di una barca in legno
Perché una persona dovrebbe optare per una barca in legno? Ebbene, questo è ovviamente il primo materiale con cui l’uomo ha costruito delle barche, e anzi, è stato l’unico materiale usato a questo scopo per secoli interi. Questo la dice lunga sul fascino che può avere uno scafo in legno, capace di connettere l’armatore con un lunghissimo passato, nonché, ovviamente, con un materiale che ci arriva dritto dritto – o quasi – dalla natura. Possiamo dunque dire che il primo vantaggio del legno è dato dalla sua lunga storia (questo significa del resto anche che del legno come materiale nautico sappiamo ogni cosa, non ci sono brutte sorprese, come è successo negli anni Ottanta con la vetroresina e l’osmosi). Il secondo è dato dall’estetica, in quando nessuno scafo in vetroresina potrà mai vantare la stessa eleganza e la stessa classe di uno scafo in legno.
Certo, a livello tecnico si potrà sempre obiettare che le barche in vetroresina – quelle costruite bene, a regola d’arte – con una manutenzione minima possono durare praticamente in eterno. Nonostante questo, il valore di uno scafo in legno è incredibilmente più alto rispetto a quello di un collega stampato in vetroresina.
Sicuramente una barca in legno richiede una maggiore attenzione e una più regolare e profonda manutenzione. Ma questo è il prezzo da pagare per avere un oggetto di questo valore e con questa classe, un prezzo che chi davvero desidera una barca di questo tipo è assolutamente disposto a pagare – salvo il lamentarsi parecchio, in generale, nelle ore che precedono gli interventi di manutenzione. Non è tutto qui: va anche sottolineato che costruire una barca in legno significa avere una libertà di movimento assoluta, laddove invece per le barche in vetroresina si è pur sempre vincolati a uno stampo.
Tutto questo per dire, dunque, che vale assolutamente la pena sobbarcarsi le ore e le spese supplementari per uno scafo in legno, a patto di essere degli estimatori delle barche costruite con questo materiale. Se sei sicuro di appartenere a questa categoria, vai avanti a leggere, per imparare come prenderti cura della tua barca; se invece hai qualche dubbio… beh, continua a leggere comunque: probabilmente i prossimi paragrafi riusciranno a schiarirti le idee!
Verniciare uno scafo in legno nuovo
Sulla verniciatura di uno scafo nuovo in legno spenderemo poche parole. Prima di tutto, perché in questo caso ci sono meno difficoltà e meno variabili in gioco; in secondo luogo, perché buona parte delle operazioni necessarie si intuisce già a partire dalla lettura della descrizione per il restauro di uno scafo in legno.
Di per sé, infatti, su uno scafo nuovo, e dunque su un legno ‘crudo’, sarà sufficiente partire con una o due mani di impregnante per legno turapori, o in ogni caso con una resinatura di partenza, per poi procedere con uno strato importante di stucco per uniformare lo scafo e quindi procedere con lo smalto; infine, poco prima di mettere la barca in acqua, si chiuderà l’opera con l’indispensabile antivegetativa.
Il discorso cambia leggermente nel caso in cui non si desidera nascondere il legno, preferendo invece risaltare questo stupendo materiale con della vernice trasparente al posto dello smalto. La lavorazione necessaria per verniciare del legno a vista è certamente più lunga, necessitando circa 8 mani di vernice e di impregnante per legno: in ogni caso, le azioni necessarie variano di produttore in produttore, e quindi si consiglia di seguire in modo scrupoloso le indicazioni riportate direttamente sul barattolo di impregnante per legno. L’importante, comunque – come ci ricordano gli artigiani di questo settore – è dare l’ultima mano di vernice per legno trasparente seguendo il senso delle venature.
Restaurare uno scafo in legno: tutti i passaggi
Indubbiamente, quando si parla di riverniciare uno scafo ‘vecchio’, ci si può trovare di fronte alle più differenti condizioni ed esigenze. Il primo passo, dunque, è quello di esaminare per bene la situazione, così da capire bene tutti gli interventi che saranno necessari. È dunque necessario porsi di fronte allo scafo e individuare la presenza di crepe, di piccole botte, di sfaldature, di spaccature o di marcescenze. Queste ultime, va detto, sono la maggiore minaccia per lo scafo: del legno marcescente, infatti, è estremamente tenero, e può sgretolarsi da un momento all’altro.
Una volta capito tutto quello che si dovrà fare per restaurare lo scafo in legno, è possibile mettersi al lavoro, partendo ovviamente dalla preparazione della superficie.
Preparare lo scafo per la verniciatura
Prima di procedere con la verniciatura è ovviamente necessario pulire lo scafo, rimuovere tutta la vecchia vernice e riparare eventuali danni o crepe. Nessuna vernice e nessuno smalto, nemmeno i più performanti, potranno infatti fare miracoli partendo da una base rovinata dal tempo e non riparata.
Per prima cosa, dunque, si procederà con la pulizia dello scafo, passaggio che tra l’altro ci permetterà di verificare effettivamente le condizioni della barca. Aiutandosi con un getto d’acqua si toglieranno dunque tutti gli ‘inquinanti’, dai molluschi alle alghe, fino agli onnipresenti granelli di sabbia. A questo punto, lo scafo ci si mostrerà completamente, nelle sue reali condizioni.
È questo il momento di procedere con le riparazioni e con le correzioni, armandosi di resina epossidica e di pazienza. Se si riscontrano danni importanti – come per esempio delle marcescenze che richiedono necessariamente la sostituzione del materiale – è assolutamente consigliabile rivolgersi a degli esperti, che sapranno asportare le parti rovinate e sostituirle in modo efficace con il medesimo materiale. Si tratta di operazioni estremamente delicate, non adatte a un lavoro fai da te.
Pulito ed eventualmente riparato lo scafo, è possibile passare alla rimozione delle vecchia vernice. I metodi possibili sono vari. È possibile usare della semplice carta abrasiva a grana grossa e, settore dopo settore, eliminare tutti gli strati della vernice precedente fino ad arrivare al legno: soprattutto alla fine, è bene usare delle carte vetrate con grana più fine e ricordarsi di carteggiare nella direzione della vena, così da non rovinare lo scafo e da prepararlo alla verniciatura, fornendo un certo ‘grip’ al prodotto.
Di certo la carteggiatura non è l’unica delle tecniche possibili. I vecchi maestri d’ascia – soprattutto per le barche in legno massello – preferiscono per esempio l’asportazione mediante fiamma, armandosi dunque di bombola di gas, di cannello e di raschietti. Questa non è però certamente un’operazione che si improvvisa, in quanto attardarsi troppo significa rischiare di macchiare o persino di bruciare lo scafo; una velocità eccessiva, invece, riduce l’efficacia stessa della fiamma. Certo, la sverniciatura con la fiamma ha anche il vantaggio di asciugare il legno e di eliminare eventuali parassiti, ma deve essere fatta solo e unicamente da esperti.
Sulle superfici più articolate alla carteggiatura si preferisce spesso l’utilizzo degli sverniciatori liquidi, ovvero l’applicazione di particolari prodotti che consentono di raschiare via con facilità la vecchia vernice. Anche in questo caso bisogna però fare grande attenzione, non solo verso lo scafo, ma anche verso sé stessi. Gli sverniciatori sono infatti dei prodotti chimici che, una volta entrati a contatto con la pelle, possono provocare bruciature dolorose. Chi sceglie questa tecnica per sverniciare la propria barca, quindi, dovrà coprire per bene tutto il corpo, fare grande attenzione e tenere a portata dell’acqua per lavarsi immediatamente in caso di contatto con il prodotto.
Una volta applicato il liquido sverniciatore, questo aggredisce la vernice, che diviene così particolarmente docile, facilitando di molto al sua raschiettatura. Si consiglia di procedere per aree ristrette, ricordandosi di lavare subito dopo la superficie trattata, così da non rischiare che il prodotto chimico vada a danneggiare il legno. In ogni caso, anche se la modalità scelta è quella del liquido sverniciatore, alla fine si dovrà comunque procedere con la carteggiatura, per togliere la vernice più ostinata e per preparare il legno alla verniciatura vera e propria.
Verniciare lo scafo in legno
Una volta terminata la fase della sverniciatura, è possibile passare all’applicazione della vernice nautica per legno e dell’impregnante legno. Prima, però, è necessario pulire per bene tutta la superficie, eliminando con cura tutti i rimasugli della carteggiatura, e controllare che le eventuali riparazioni apportate allo scafo siano perfettamente asciutte.
A questo punto, le vie per verniciare una barca cambiano moltissimo di caso in caso, in base al risultato che si vuole ottenere. Qualcuno potrebbe pensare di passare immediatamente alla vernice per barca, senza usare nessun altro prodotto. Questo sarebbe però un grande errore, in quanto usare direttamente la vernice per legno per un oggetto destinato a essere minacciato dall’umidità, dalla salsedine e dal sole significa indebolire e priori la propria barca. É dunque indispensabile, come minimo, dare almeno una mano di primer, così da legare per bene la vernice al legno e ridurre al minimo la comparsa di bolle e di crepi.
L’accoppiata primer e vernice, però, non è certo la più completa delle soluzioni possibili. No: per restaurare al meglio una barca e assicurargli una lunga durata i passaggi da fare sono molti di più.
Per prima cosa, ci si dovrebbe preoccupare del livello di umidità del legno dello scafo, controllandolo con un apposito strumento – parliamo del famoso Skinder, commercializzato da Cecchi – il quale verifica per l’appunto l’umidità all’interno del legno, la quale dovrebbe essere inferiore al 15% (in caso contrario è necessario procedere con l’asciugatura della carena, noleggiando degli appositi deumidificatori).
Verificata l’umidità dello scafo, è possibile procedere con la resinatura, usando un prodotto come il famoso C-Systems 10 10 CFS, avendo cura di prepararne poco alla volta e di procedere con una seconda mano dopo aver levigato la prima.
Subito dopo la resinatura è possibile passare allo smalto oppure, per eliminare alcune imperfezioni e per dare un aspetto più liscio allo scafo, è possibile dare una stuccatura complessiva. Questo lavoro è più semplice del previsto, seppure abbastanza lungo: lo stucco si stende area per area, aiutandosi con una spatola dentata, per poi ritornare (dopo 12-24 ore) a levigare il tutto, così da avere un fondo omogeneo, liscio e compatto.
A questo punto sarà possibile passare allo smalto, da far precedere da un primer, il quale come anticipato è fondamentale per la sua funzione aggrappante. Dopo il primer è finalmente possibile procedere con lo smalto, il quale in base al prodotto può essere steso con il pennello, con il rullo o perfino con un aerografo – tenendo in considerazione il fatto che molti prodotti necessitano anche 8-9 giorni per l’asciugatura completa, e dunque per poter essere messi in acqua. Nel momento in cui lo smalto sarà completamente asciutto si potrà procedere con il tocco finale, ovvero con l’antivegetativa, da applicare qualche giorno prima – ma non di più – del varo della nostra barca in legno restaurata.
Cosa ne dici? Pensi di poter affrontare il restauro della tua barca a legno con le tue mani, seguendo passo dopo passo questa guida? Nel nostro negozio dedicato alla vendita online di articoli per la nautica potrai trovare tutto il necessario, dal primer allo stucco, passando per le vernici, gli smalti e i pennelli.
Ciao volevo chiedere , ho una barca in legno dopo aver carteggiato pulito la superficie in legno impregnato con una mano di cfs 10 10 il colore che devo applicare di che tipo deve essere mi spiego un prodotto per legno o per resina ?
Grazie
Giuseppe
Ciao Giuseppe,
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Spero di essereti stato di aiuto, a presto!
Salve
Possiedo uno snipe in legno per la precisione in compensato, siccome dovrò riverniciarlo completamente cosa mi consigliate?
Preferirei mettere una vernice trasparente su tutto lo scafo affinché si veda il legno.
Non lo terrò in acqua ma alla necessità lo porto con il carrello quindi l’anti vegetativa non gliela metterò.
Grazie mille
Ciao Luca, sono ottime vernici quelle della spinnaker appositamente studiate per il legno: https://www.hinelson.com/it/853-vernice-per-legno?produttori=cecchi-gustavo puoi scegliere la finitura che preferisci e la tipologia più adatta per l’esterno. Speriamo di esserti stati utili!