Guida alla scelta del trasduttore

Abbiamo già visto altrove come scegliere l’ecoscandaglio ideale per la propria barca. Qualcuno opterà per dei dispositivi semplici, avendo magari spazio ridotto a bordo, e c’è chi invece sceglierà un display multifunzione di ultima generazione, con le più diverse funzionalità. Ma non basta selezionare l’ecoscandaglio perfetto: è necessario anche scegliere un trasduttore, sapendo che anche in questo caso esistono diverse opzioni. Come è noto spesso i trasduttori sono venduti insieme all’ecoscandaglio stesso, mentre altre volte devono essere acquistati separatamente: in ogni caso, è fondamentale avere la certezza di scegliere la sonda perfetta per la propria barca, prendendo in considerazione la modalità di montaggio, la potenza del dispositivo, la frequenza, il cono delle onde e infine i materiali utilizzati per la sua costruzione. In questa guida all’acquisto del trasduttore per ecoscandaglio prenderemo in esame ognuno di questi aspetti: buona lettura!

Guida alla scelta del trasduttore: le opzioni di montaggio

Il primo grande interrogativo, quando ci si trova a scegliere un trasduttore, è quello relativo alle modalità di montaggio. In linea di massima è possibile dividere i dispositivi in tre grandi gruppi in base al posizionamento e al montaggio, ovvero in trasduttori da poppa, passanti o da interno. Vediamo le peculiarità di ognuno di questi strumenti.

Il trasduttore da poppa

Senza ombra di dubbio, il trasduttore è il più diffuso, e non è quindi un caso se nella quasi totalità dei casi il “trasduttore compreso con l’ecoscandaglio”, laddove presente, è proprio da poppa. Ma perché questa è la tipologia più diffusa? In realtà è abbastanza semplice: si tratta della tipologia che garantisce l’installazione più facile e veloce. Molto semplicemente, la sonda viene installata a livello della poppa, con delle viti autofilettanti. Ecco che allora chi ha un po’ di manualità e un po’ di pazienza per studiare le regole riguardanti il posizionamento, può certamente installare da sé il trasduttore da poppa.

Guida alla scelta del trasduttore

In linea di massima, il trasduttore da poppa è l’opzione più battuta per tutte le piccole o medie barche con motore fuoribordo o entrofuoribordo, su scafi di qualsiasi materiale; l’importante è che il punto di installazione sia sempre sott’acqua, e non dietro all’elica, che potrebbe interferire (ecco perché la posizione tipica del trasduttore da poppa è spostata verso destra).

Il trasduttore passante

A nessuno piace l’idea di bucare lo scafo della propria barca, ed è proprio per questo motivo che il trasduttore da poppa è di gran lunga preferito rispetto a quello passante. Il quale però talvolta rappresenta la soluzione migliore: si parla in genere di barche veloci, o di barche di dimensioni importanti o in genere di barche con motore entrobordo. Il vantaggio del trasduttore passante, montato a filo, è quello di offrire prestazioni ottime anche ad alte velocità. Per il fatto di dover forare lo scafo, e di individuare la posizione ideale per non compromettere il funzionamento dell’ecoscandaglio, si consiglia sempre di affidare l’installazione dei trasduttori passanti a dei professionisti. Sono da evitare in ogni caso aree con bordi di sentina, anodi sacrificali, passascafi e via dicendo, così come sono da evitare le aree vicino a eliche, alberi di elica o chiglie.

Il trasduttore da interno

Questa opzione viene presa in considerazione quando non si vuole installare alcunché sullo scafo, né si vuole forare per installare un trasduttore passante. Ma attenzione: il trasduttore da interno, per il semplice fatto di trovarsi all’asciutto e al di qua dello scafo, presenta tipicamente performance minori. Ecco che sarà da prendere in considerazione solamente nel caso di carene a singolo strato di vetroresina, o nei casi in cui sia possibile ridurre a livello locale lo spessore dello scafo, che deve però essere sempre in vetroresina.

Scegliere un trasduttore in base alla potenza

Certamente quando si deve scegliere un trasduttore per la propria barca il tipo di montaggio è la questione numero uno. Ma non è l’unica. Stiamo pur sempre parlando di un dispositivo elettrico, e quindi di un apparecchio che presenta di volta in volta modalità di funzionamento e performance diverse. Pensiamo per esempio alla potenza del segnale che viene emesso dalla sonda: in linea di massima è possibile dire che al crescere della potenza del segnale aumenta anche la profondità raggiungibile, o in ogni caso il livello di accuratezza, anche in acque non perfettamente limpide.

Da non perdere:   Parabordi per barca: come sceglierli e come usarli al meglio

Guida alla scelta del trasduttore: la frequenza

La potenza è solo uno degli aspetti “tecnici” da tenere in considerazione quando si acquista un trasduttore. Anche la frequenza ha la sua importanza, anche perché diverse frequenze permettono di vedere cose diverse. Pensiamo per esempio a una frequenza alta, sui 200 kHz; questa è l’ideale per andare a sondare acque non troppo profonde, fino a circa 50 o 60 metri, nonché quando si avanza a velocità sostenuta; più alta sarà la frequenza, minori saranno i disturbi.
Ma attenzione, l’alta frequenza non è sempre la migliore. Chi vuole guardare in profondità ha infatti bisogno di frequenze più basse, sui 50 kHz cosicché il segnale emesso dalla sonda riesca a percorrere distanze maggiori. Per questo motivo i migliori trasduttori offrono in genere la possibilità di regolare la frequenza del segnale, in base alla situazione e agli obiettivi ai quali si sta puntando.

Scegliere il trasduttore: il cono delle onde sonore

Qui andiamo un po’ di più sul tecnico, ma per scegliere un trasduttore può sicuramente essere utile capire meglio anche questo aspetto. Pensiamo alle onde sonore emesse dalla sonda per “leggere” cosa si muove al di sotto della barca, fino ad arrivare eventualmente al fondale. Queste onde sonore non si concentrano solo verticalmente, andando di fatto ad allargarsi man a mano che affondano, per restituire una “visione” di un’area quanto più larga possibile. Ecco che allora il fascio di onde sonore emesse dal trasduttore assume la forma non di un cilindro strettissimo, quanto invece di un cono, la cui base si allarga sempre di più con l’aumentare della profondità, ovvero della distanza dallo scafo della barca. Il segnale tende a essere più forte al centro, e via via più debole verso l’esterno. Si capisce quindi che un cono di onde sonore più largo garantisce una visuale su un’area maggiore, sapendo però che questo vantaggio è accompagnato da un venir meno della qualità dell’immagine, della risoluzione e dell’accuratezza del dettaglio. Anche qui, tutto dipende dalle proprie esigenze.

I materiali di costruzione

Sì, per scegliere un trasduttore per la propria barca è bene pensare anche ai materiali di costruzione di questo dispositivo. In base alle altre decisioni prese, e in base al materiale del proprio scafo, sarà infatti necessario scegliere materiali differenti. Pensiamo al trasduttore passante: i modelli più economici sono quelli realizzati in plastica, i quali peraltro non devono invidiare per nessun motivo, a livello di performance, i modelli in metallo. Ma attenzione: il trasduttore passante in plastica non può essere installato negli scafi in legno, i quali potrebbero gonfiarsi all’aumentare dell’umidità, andando a schiacciare di conseguenza la sonda in plastica (la quale invece può essere usata come trasduttore passante nel caso di scafi in metallo, in vetroresina, in fibra di carbonio e via dicendo).

Ecco che allora nel caso dello scafo in legno l’unica opzione per il trasduttore passante è quella costituita dai trasduttori in bronzo, i quali invece non dovrebbero mai essere installati sulle barche con scafi in metallo: questo accostamento darebbe infatti via alla corrosione elettrolitica. Infine, il consiglio è sempre quello di usare, su scafi in acciaio e in alluminio, dei trasduttori in acciaio inox oppure in alluminio.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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