Sergio Davì, un Ulisse moderno che attraversa l’oceano in gommone. Chiacchiere in banchina.

Il suo gommone si chiama Nautilus Explorer, e questo potrebbe già essere un buon incipit per descrivere il comandante Sergio Davì e le sue avventure o meglio, come lui stesso le definisce, missioni.

Sergio è un gommonauta esperto in navigazioni fuori dal comune, di quelle che hanno il sapore dell’avventura e dell’esplorazione alla Jules Verne, per tornare al nome del suo gommone.

Partito sempre dalla sua Palermo ha raggiunto con il gommone Amsterdam nel 2010, Capo Nord nel 2012 e nel 2017 corona finalmente il suo sogno più grande: attraversare l’oceano per raggiungere Recif in Brasile.

Ma l’Atlantico è come il canto di una sirena che continua a chiamarlo e così nasce la nuova missione: Ice Rib Challenge, da Palermo a New York passando per le alte latitudini.

Ice Rib Challenge Sergio Davì Oceano in gommone
Ice Rib Challenge percorso.

Partito il 21 giugno da Palermo, Sergio segue un percorso che lo porterà a toccare le Isole Baleari, il Portogallo, la Spagna, la Francia, il Regno Unito, l’Irlanda, le Isole Faroe, l’Islanda, la Groenlandia, il Canada e, passando per i banchi di Terranova, arriverà a New York.

Il programma prevede dalle 24 alle 30 tappe per percorrere le circa 6700 miglia, con un tempo stimato di 75 giorni e 500/600 ore di navigazione.

Tutto questo a bordo di un gommone adeguatamente preparato per l’Atlantico del Nord, dove le correnti contrarie, le perturbazioni più dure, gli iceberg ed il freddo del circolo polare artico saranno gli elementi che Sergio si troverà ad affrontare.

Sergio, partiamo dall’inizio. Come è nata la tua passione per la navigazione e per i gommoni?

Sono un gommonauta un po’ anomalo, perché amo il mare a 360°, al di là del mezzo che si usa. Sono motorista da quando sono nato, perché mio papà aveva un motoscafo. Quando ero piccolo, 5 o 6 anni, avevo anche una barchetta a remi con la quale mi allontanavo al massimo 30 metri dalla battigia della nostra casa al mare. Con una pietra avevo fatto una sorta di ancora che mi permetteva di stare in quello che era il mio mondo: il mare.

Sergio Davì viaggio in gommone
Sergio bambino con la sua barchetta.

Questa mia passione è nata quindi da quando ero un bambino, perché il mare calmo mi rilassa tantissimo. Non che non ami il mare mosso, e quando lo incontro lo affronto, ma da buon marinaio se il vento è forte e non ci sono le condizioni non esco mai; è la prima regola del buon senso. A 17 anni ho avuto il primo gommone e successivamente ho fatto lo skipper; portavo le persone da Palermo o Cefalù alle isole Eolie. Un giorno, un cliente mi chiese se fossi stato in grado di arrivare ad Amsterdam con il gommone. Ovviamente risposi di sì, ed è nata così la mia prima missione; Palermo-Amsterdam. Poi c’è stato Palermo – Capo Nord e nel 2017 ho coronato il sogno oceanico con la tratta Palermo – Recife (Brasile).

Come è nata invece questa nuova avventura, Ice Rib Challenge?

Dopo aver raggiunto il Brasile ho continuato a pensare all’oceano, perché ne sono rimasto affascinato. Così ho pensato al percorso per attraversare l’Atlantico passando per le latitudini del nord. Un percorso considerato tra i più duri e difficili dove il freddo, le correnti e le condizioni meteo sono delle vere sfide.

Come ti sei preparato quindi per questa traversata?

Ho un abbigliamento specifico per ogni tratta, a seconda della temperatura che incontrerò. Sono capi stagni e professionali che mi proteggeranno dal freddo e dall’acqua. Per quanto riguarda la preparazione fisica ho seguito un percorso standard che avevo già utilizzato per il Brasile.

Cosa ti aspetti di trovare in luoghi affascinanti come l’Islanda, la Groenlandia ed i mitici banchi di Terranova?

Tanto freddo, prima di tutto. Poi mi aspetto di vedere degli scenari spettacolari, che mi hanno sempre incuriosito. Mi aspetto di trovare anche tanti posti desolati, di una bellezza impressionante e divorati, in senso positivo, dalla natura. Toccherò piccoli centri abitati e sarà interessante conoscere le persone che vivono in luoghi così particolari.

Sergio Davì navigazione in gommone
Incontri a Gibilterra nel 2012.

Come affronterai il meteo difficile?

Cercherò sempre di navigare quando le condizioni sono ottimali. Comunque, con onda formata il gommone ha un movimento particolare, quindi navigherò in planata ed in rarissimi casi mi metterò in dislocamento, perché non è detto che possa essere la soluzione più sicura. Comunque, per rendere meglio l’idea, in caso di mal tempo il gommone ha movimenti che portano ad una sorta di “frullato di skipper”.

Che tipo di gommone è Nautilus Explorer?

È un Nova Jolly Prince 38cc di undici metri e trenta centimetri, allestito per navigare in oceano, con due fuoribordo Suzuki DF 350A.

Da non perdere:   Cecilia Zorzi, la libertà di scegliere la propria rotta.
Sergio Davì avventure in gommone
Gli strumenti a bordo di Nautilus Explorer sono SIMRAD

Ice Rib Challenge ha tra i suoi obiettivi anche quello di promuovere la tutela dell’ambiente.

Esattamente. Per quanto possa sembrare strano, navigare oggi a motore ha un impatto ambientale molto basso rispetto al passato. Con questo progetto collaboro con il CNR per campionare le acque dei vari posti che toccherò ed i prelievi, per intenderci, sono dell’acqua dei miei due motori fuoribordo. Il nostro ambiente, marino e terreste, ha bisogno di essere tutelato e credo sia veramente importante esserne consapevoli per agire, anche nel piccolo, affinché l’impatto della nostra società sia il meno dannoso possibile, perché l’impatto zero non esiste. Per portarti un esempio, l’altro giorno in navigazione ho lottato per recuperare una fascetta rotta che stava per finire in mare. Ero da solo, in mezzo all’Oceano, chi mai se ne sarebbe accorto? Infatti, mi sono messo a ridere pensandoci, però quella piccola fascetta non l’ho fatta finire in acqua.

Gommone Sergio Davì

Ma è vero che hai paura del mare?

Certo che ho paura del mare, mi spavento e lo rispetto. Il mare per me è come un papà severo che mi bacchetta quando faccio le monellerie. E’ da sciocchi non avere paura del mare ed è importante che questa paura non si trasformi in panico, perché è questo il vero pericolo. Sono molto rispettoso di questo ambiente e le regole per me sono fondamentali: per intenderci, non sono mai entrato in porto a più di tre nodi, perché è giusto così. Poi ovviamente c’è sempre spazio per concedersi piccole sciocchezze, avere un pizzico di tolleranza che deve essere alla portata di tutti.  Ma il mare va assolutamente rispettato in ogni suo aspetto.

Sergio, da questa nostra chiacchierata mi sembra di capire che il vero motore, permettimi il gioco di parole, di queste tue avventure sia sempre la voglia di scoprire, la curiosità.

Sì, la curiosità, la voglia di scoprire e l’arrivare nei porti con una piccola imbarcazione. Entrare in un porto a bordo della tua imbarcazione è una cosa meravigliosa ed ogni volta è sempre diverso. In mare cogli tanti piccoli dettagli e situazioni che non riusciresti a percepire facendo il “turista normale”, perché hai una prospettiva diversa. È come per la Luna; la vediamo e la ammiriamo, ma gli unici che possono dire di averla vista davvero sono gli astronauti che cinquant’anni fa ci sbarcarono. Arrivare in porto dal mare è un grande privilegio e la gente te lo dimostra e ti aiuta, se hai bisogno. Non parlo perfettamente inglese e spesso inciampo in qualche termine, ma nessuno ci ha mai fatto troppo caso ed anzi cercano di campirmi. C’è un detto in Sicilia che dice; “cu avi lingua passa u mari”, che significa che farsi comprendere permette di affrontare ogni tipo di situazione. Sei sempre accolto a braccia aperte se ti comporti in modo rispettoso.

Cosa dicono in famiglia di queste tue missioni?

La mia compagna è la mia prima fan. Poi si organizza feste con le amiche quando non ci sono, ma questo è un altro discorso.

In questo momento ti trovi in Irlanda. Come è andata questa prima parte del viaggio?

Il mio coach mi ha detto di affrontare la prima parte come se fosse un allenamento in vista dei momenti più duri, e mi ha portato l’esempio di un ciclista francese che al Tour De France era gregario, poi tappa dopo tappa ha trovato la sua forma perfetta tanto vincere il giro. Ecco, io sto facendo esattamente questo, mi sto preparando per i tratti più difficili.

Ice Rib Challenge è una sfida o un’avventura?

E’ un’avventura ed una sfida con me stesso, e non certo con il mare.

Sergio Davì esperienza in gommone

Sergio è un personaggio di quel meraviglioso mondo che è il mare, dove la libertà, i sogni, le paure e la bellezza di paesaggi diventano storie vere ed uniche.

Parliamo ancora un po’ perché il mio accento romagnolo gli ricorda la sua infanzia passata a Rimini ad Agosto, e perché il suo accento siciliano mi riporta a quella terra meravigliosa dai colori caldi e dai profumi antichi.

Anche questa è la magia del mare.

 

E’ possibile seguire Ice Rib Challenge di Sergio Davì attraverso i suoi canali ufficiali:

Facebook https://www.facebook.com/ciuriciurimare/

Sito  www.ciuriciurimare.com

Oppure scaricando gratuitamente l’app ufficiale:

https://play.google.com/store/apps/details?id=com.migastone.apptwo.android5c5039ef6d094

 

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Scritto da
Laura Doria
Laura Doria
Mi chiamo Laura Doria e sono nata al mare, quindi raccontare storie ed incontrare i personaggi del mondo della nautica è qualcosa di naturale per me. Perché è sempre un grande privilegio scrivere della passione che punta la prua verso i grandi orizzonti blu.

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