Diventare skipper di professione: ecco come fare

Vivere in mezzo al mare, alzarsi giorno dopo giorno in un luogo sempre diverso e nuovo: una stupenda baia del Mediterraneo, un’isola del Pacifico, un fiordo scandinavo. Il sogno di tante, tantissime persone, che però nella maggior parte dei casi resta tale. Ci sono però delle persone che effettivamente conducono questa vita: oggi parliamo infatti dello skipper barca, e quindi di quella persona che, mettendosi al servizio di altre persone, si offre per guidare e per gestire una barca durante i più diversi viaggi.

Come vedremo nel corso di questo articolo dedicato a questo profilo, essere uno skipper di professione comporta tanti vantaggi ma anche tanti svantaggi (ma questo, del resto, può essere detto a proposito di qualunque lavoro, no pensi?). Dall’esterno, però, i vantaggi di essere degli skipper professionisti sono davvero enormi. Il fatto di essere sempre in viaggio tra posti stupendi, pilotando delle imbarcazioni di lusso, non può certo passare in secondo piano. Ma come si diventa degli skipper professionisti? Quali sono le leggi che in Italia regolano questa professione? Quali sono i corsi, e quali gli esami necessari? Non si tratta, infatti, di un semplice lavoro con patente nautica: è molto di più: scopriamolo insieme!

La figura dello skipper barca in Italia

In un altro articolo, dedicato alle responsabilità civili e penali dello skipper, abbiamo già parlato abbastanza ampiamente della definizione di skipper, partendo dal termine olandese ‘schipper’, che indica il capitano di una nave. Non staremo a ripetere tutto quanto, anche perché lì ci eravamo concentrati soprattutto sulla figura dello skipper amatoriale, ovvero su chi si occupa di condurre un’imbarcazione per puro diletto, per passione, a livello amichevole.
Qui, invece, vogliamo parlare dello skipper professionista. Non ci occuperemo di manager, di imprenditori, di impiegati, di falegnami e di avvocati che il fine settimana, cambiato l’abito, si recano in banchina per uscire con la propria barca. No, qui ci concentriamo su quelle persone che sono skipper dal lunedì alla domenica, e che fanno della navigazione la propria principale – probabilmente unica – attività, a livello professionale.

In Italia, va detto, con questo termine si fa sempre un po’ di confusione. Sì, perché nel nostro Paese con il termine skipper ci si riferisce in generale non al capitano di una qualsiasi imbarcazione, quanto invece al solo conduttore di barche a vela, soprattutto in ambito sportivo e agonistico. Ma lo skipper non è una figura che esiste soltanto durante le regate: quando la conduzione di una barca a motore o di una barca a vela viene affidata a un professionista all’interno di un contratto professionale, infatti, si parla automaticamente di uno skipper.

Approfondiremo questi aspetti più avanti. Per ora, però, è importante sottolineare il fatto che lo skipper non si limita a condurre una barca. Le sue responsabilità vanno bene oltre: in aggiunta a guidare l’imbarcazione, infatti, deve anche gestirla, occupandosi della sua organizzazione, della sua sicurezza e della sua manutenzione. Lo skipper, insomma, è il capitano della barca, pur dovendo sottostare, per forza di cose, alle indicazioni e ai desideri di chi lo ha ingaggiato.

Skipper barca patente nautica

Lavoro con patente nautica: i requisiti per diventare uno skipper professionista

Per diventare uno skipper professionista non esiste un percorso professionale unico e uguale per tutti. Ci sono però dei requisiti precisi stabiliti dalle legge: in Italia, infatti, esiste il titolo professionale di conduttore di imbarcazioni da diporto adibite al noleggio per le acque marittime, codificato nella Legge 647/1996, il quale è stato poi mutato in ‘ufficiale di navigazione del diporto‘ dalla legge 121/2005.
All’articolo 2 del decreto del 10 maggio 2005, numero 121, a firma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si legge infatti che sono stati istituiti, per lo svolgimento di servizi di coperta, 3 differenti ruoli, ovvero quello di ufficiale di navigazione del diporto, quello di capitano del diporto e quello del comandante del diporto.

All’articolo 5 vengono stilati quelli che sono i requisiti e i limiti di abilitazione per l’ufficiale di navigazione del diporto, e quindi per lo skipper professionista. Per prima cosa, per diventare uno skipper professionista è ovviamente necessario vantare la patente nautica, la quale come è noto è obbligatoria per condurre un’imbarcazione oltre le 6 miglia dalla costa, per condurre qualsiasi barca con una lunghezza superiore ai 24 metri o che abbia una cilindrata superiore ai 40 cavalli. La patente nautica, però, non è sufficiente per diventare uno skipper professionista, ed è molto probabilmente meglio così!

É necessario aver compiuto 18 anni di età, ed essere in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado – meglio se conseguito in un istituto tecnico nautico. Come recita la legge 121, inoltre, è necessario «aver completato un periodo di addestramento a bordo di 36 mesi di navigazione, comprensivo di almeno 24 mesi su navi e imbarcazioni da diporto adibite al noleggio con la qualifica di mozzo o allievo ufficiale di navigazione del diporto». In alternativa, sempre all’articolo 5 si legge che è possibile sostituire questo periodo di addestramento di 36 mesi con un «diploma di scuola secondaria di secondo grado con indirizzo di aspirante al comando di navi mercantili, di perito per il trasporto marittimo e di tecnico del mare ed aver effettuato un periodo di addestramento a bordo di navi e imbarcazioni da diporto adibite al noleggio di almeno 12 mesi con la qualifica di mozzo o allievo ufficiale di navigazione del diporto». In tutti i casi, però, il periodo di addestramento valevole per diventare skipper professionista deve essere effettuato sotto la supervisione di un comandante o di chi ne fa le veci, e l’esperienza deve essere corredata da un libretto di addestramento approvato dall’Amministrazione.

Non è tutto qui. Lo skipper professionista deve aver frequentato vari corsi specialistici, quali il corso antincendio di base, il corso di sicurezza personale e responsabilità sociali, il corso di sopravvivenza e di salvataggio, il corso marittimo abilitato ai mezzi di salvataggio, il corso di primo soccorso elementare, il corso di lettura e utilizzo dei radar, e il corso per il Global maritime distress safety system. Si tratta di parecchi corsi esami differenti che, a una prima occhiata, possono certamente spaventare. Va sottolineato, però, che nella maggior parte dei casi le Capitanerie di Porto e gli uffici circondariali tendono a riunire questi corsi specialistici in un unico percorso formativo, così da condensare le lezioni e facilitarne la fruizione.

Per verificare le proprie conoscenze e competenze, il futuro skipper è tenuto a sostenere un esame teorico-pratico, «atto a dimostrare il possesso delle conoscenze e capacità di eseguire i compiti e le mansioni dell’ufficiale in servizio di guardia in navigazione di cui all’articolo 1 del decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 5 ottobre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23 ottobre 2000, n. 248, e successive modificazioni».

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E ancora, non è tutto qui. Un ultimo passaggio burocratico per poter diventare skipper professionista e poter sfruttare a livello lavorativo la propria patente nautica è, infine, l’iscrizione al registro Gente di Mare. In tale registro, infatti, devono essere iscritti tutti i lavoratori che prestano la propria opera a bordo di navi e barche. Se non hai mai sentito parlare di questi registro, ti può essere utile sapere che è diviso in due sezioni, o meglio, in due grandi categorie. Nella prima vengono riuniti tutti i lavoratori di stato maggiore e di manovalanza relativi ai servizi di macchina e di coperta. Qui si trovano dunque i mozzi, i marinai, i capitani d’armi, i comuni di macchina, gli elettricisti, i motoristi, i medici di bordo e così via. Nella seconda categoria, invece, trovano spazio il personale di camera, il personale di cucina e gli addetti ai servizi. Esiste in realtà anche una terza categoria, dedicata al personale addetto al traffico locale, nonché alla pesca costiera. Lo skipper, ovviamente, deve essere registrato nella prima categoria. Per poter iscriversi alla prima Categoria della Gente di mare è necessario avere la cittadinanza comunitaria, avere più di 15 anni, essere idonei alla voga e al nuoto, essere domiciliati in Italia e avere una fedina penale pulita.

Abbiamo visto, quindi, tutti i requisiti per diventare uno skipper professionista in Italia: come accennato, la patente nautica è solo il primo dei tanti fattori necessari. Vediamo, ora, quali sono i pro e i contro di questo peculiare lavoro, per capire se effettivamente può fare al caso tuo (partendo dal presupposto che i vari corsi per skipper presenti in Italia vedono iscriversi persone di qualsiasi età, da giovanotti alla prima entrata nel mondo del lavoro a cinquantenni che hanno deciso di ‘mollare tutto’ e darsi alla navigazione).

Diventare Skipper barca requisiti

I vantaggi e gli svantaggi di essere uno skipper professionista, oggi

Capire i pro e i contro della professione di skipper significa immergersi in quella che è la vita quotidiana di questo professionista, la quale come è ovvio non è tutta ‘rose’. Bisogna infatti rendersi fin da subito conto che lo skipper non è un navigatore solitario che veleggia in mezzo all’oceano seguendo aspirazioni e intuizioni momentanee. Al contrario, è un capitano di barca che sottostà – per quanto possibile – ai desideri di chi lo paga (noleggiando una barca o mettendo la propria imbarcazione nelle sue abili mani).

Bisogna dire, prima di tutto, che le persone che si trovano a servirsi di uno skipper non sono, nella maggior parte dei casi, degli appassionati di vela e di barche. Fino a qualche anno fa, infatti, le vacanze in barca con skipper erano destinate ai soli appassionati, magari a diportisti abituati a muoversi con la propria barchetta lungo la costa che, per soddisfare i propri sogni più ampi, si servivano di grandi barche noleggiate e di skipper professionisti. Oggi non è più così: la vacanza in barca è diventata per molti un’alternativa alle solite vacanze sulla terra ferma. Il pubblico che si rivolge allo skipper, insomma, non è più composto unicamente da appassionati. Cosa vuol dire tutto questo? Semplice, che nella maggior parte dei casi si ha a che fare con delle persone che sanno poco o nulla di navigazione, e che spesso avanzano delle richieste del tutto assurde, senza nemmeno capire quanto le loro domande siano a volte del tutto impossibili. Non è tutto qui. Non avendo a che fare con degli appassionati di navigazione, quanto con persone che vogliono semplicemente fare una vacanza ‘diversa’, negli anni è cambiato anche il tipo di comfort richiesto. Sì, perché queste persone vogliono gli stessi comfort che hanno sempre vissuto in albergo o in appartamento, stavolta in mezzo alle onde. Ecco quindi che lo skipper si trova a condurre e a gestire barche grandi, larghe, stabili, dotate di ogni comfort, e quindi catamarani e yacht.

Già qui si capisce che lo skipper, oltre a essere in grado di portare senza problemi delle barche molto ampie, facendo manovre perfette in porto come in rada, deve anche essere capace di gestire al meglio il rapporto con il cliente pagante, un rapporto che molto spesso si prolunga per molti giorni. E non è tutto qui: lo skipper professionista deve conoscere palmo per palmo la propria imbarcazione, e essere in grado di mettere mano praticamente a qualsiasi cosa. I guasti in navigazione, infatti, possono essere in più diversi: dal wc marino all’impianto elettrico, per arrivare ovviamente al motore della barca. E ancora, dallo skipper ci si deve aspettare il meglio quanto ad abilità nel carteggio, per essere certi di non avere alcun tipo di problema in caso di problemi al GPS.

Quindi sì, ci sono tanti, tantissimi vantaggi nel diventare gli skipper: i pro di questa professione sono praticamente quelli che si immaginano. Si viaggia moltissimo, si sta sempre a stretto contatto con la natura, si scoprono posti fantastici, si conoscono molte persone diverse e si ha la possibilità di condurre delle barche da sogno. Ma ci sono anche parecchi svantaggi, a partire proprio dalla gestione non sempre facilissima dei passeggeri. Il lavoro da fare, poi, è spesso davvero parecchio, tanto che in molti casi tra condurre la barca, occuparsi di piccolo interventi di manutenzione, mantenerla pulita e assecondare i desideri dei passeggeri, il tempo per il riposo si riduce al minimo. Certo, le condizioni cambiano di caso in caso: ci sono skipper che, in determinate barche e con determinati equipaggi, possono lavorare e vivere in perfetta tranquillità, mentre ce ne sono altri che sono alle prese con contratti fumosi, condizioni lavorative pesanti e sistemazioni tutt’altro che confortevoli. Sta ovviamente allo skipper fare del proprio meglio per fare emergere il più possibile i lati positivi di questo affascinante lavoro, riducendo invece al minimo i suoi svantaggi!

Skipper professionista cercasi

Una cosa è certa: per come sono adesso le cose, in Italia c’è una grande ricerca di skipper barca abilitati, e quindi con tutte le carte in ordine, per poter gestire barche da noleggio medie, per esempio catamarani o monoscafi di lunghezze comprese tra i 12 e i 20 metri. Sul mercato si trovano pochissime di queste figure, proprio per il percorso tortuoso messo a punto dal legislatore. Ecco allora che i charter, che devono servirsi spesso di skipper non abilitati, continuano a cercare sul mercato nuovi professionisti da inserire nella propria squadra.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.
  1. buonasera,
    vorrei sapere il costo per un corso di skipper e se si deve essere in possesso della patente nautica?
    grazie mille della collaborazione aspetto vostra risposta
    ruggiero giulia

    • Buongiorno Giulia!
      Le consigliamo di rivolgersi al porto più vicino in cui ha la possibilità di andare.
      Speriamo di essere stati d’aiuto Team HiNelosn

      • Ciao,
        Per lavorare come skipper in orario diurno su piccole imbarcazioni da noleggio dove non è presente una coperta e tutti gli altri servizi serve fare tutto il percorso menzionato sopra?
        Grazie

        • Buongiorno Andrea, il nostro riferimento è la legge 121/2005, la quale non sembra presentare differenziazioni di questo tipo. In linea di massima quindi siamo portati a dire che sì, per lavorare come skipper professionista è necessario seguire il percorso visto sopra.

    • Ciao Cristian!
      A che tipo di dati ti riferisci?
      Grazie per la precisazione, non vorremmo mai dare info errate ai nostri lettori!
      Saluti e Grazie, Team HiNelson

  2. Salve! Ho letto l’articolo, il quale riporta le normative vigenti e il percorso per diventare uno Skipper o un capitano di unità da diporto che effettuano noleggio, pertanto ritengo che per un giovane e molto più semplice e meno complicato laurearsi in medicina, sicuramente fare il medico ti permetterà di comprarti una barca e vivere il mare, mentre fare lo Skipper ti comporterà a dover lavare le barche e fare il maggiordomo per mare..

  3. Buongiorno,
    Se ho ben letto è necessario un diploma secondario e che quindi dovrei terminare dalla terza classe linguistico a …? Meglio finisca in istituto nautico?? Ho alle spalle vent’anni di ristorazione. In sala e diploma da sous chef. Mi piacerebbe molto , ma non so da dove iniziare e mi spaventano i costi..qualche consiglio?

    • Buongiorno Paola,
      esatto, è necessario essere in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado. Il discorso dell’Istituto Nautico non è però obbligatorio, pur sottolineando che nelle principali città italiane esistono Istituti di ottimo livello

    • Basta un diploma qualsiasi di scuola serale, nel tuo caso, ma devi fare il “modulo integrativo” di 500 ore presso un istituto nautico. Poi prendere la patente nautica e frequentare lo STCW basic course e non guasta il corso cucina e cambusa. Il percorso poi è lungo, 36 mesi di addestramento a libretto significa navigare per sei stagioni. Nel frattempo, puoi frequentare i corsi yachtmaster RYA e prendere l’abilitazione Commercial endorsement in tempi più brevi. Con questo titolo, potrai condurre yacht commerciali battenti la Red ensign (Malta per esempio) tra le più diffuse nel charter nautico (praticamente inesistente quella italiana…) e quindi le figure professionali con una abilitazione MCA sono le più ricercate.

  4. Buongiorno come scuola ho la terza elementare, ho un catamarano da 50 piedi da 13 anni cosa posso fare per ricevere la patente skipper??

    • Buongiorno Fabio, grazie per averci scritto. Per diventare skipper c’è il prerequisito del diploma di scuola secondaria, nonché del corso di addestramento.

  5. Salve, per diventare conduttore di imbarcazioni da diporto adibite al noleggio, oltre agli altri requisiti, è sufficiente la patente nautica entro le 12 miglia, oppure è necessaria quella senza limiti? Grazie in anticipo!

    • Buongiorno Filippo, grazie per averci scritto. I criteri relativi alla distanza dalla costa indicano unicamente quanto lontano dalla costa si può navigare, non avendo ripercussioni d’altro tipo a livello di permessi.

  6. Buongiorno, I mesi necessari possono essere fatti anche sulla propria imbarcazione?? O basta essere assunti da un proprietario di una barca adibita al noleggio?? Bisogna iscriversi prima e gente di mare o dopo i mesi lavorati?
    Dove posso rivolgermi per maggiori info??
    Grazie mille

    • Buongiorno Daniele, grazie per averci scritto. I mesi necessari devono essere effettuati sotto la supervisione di un comandante o di chi ne fa le veci. Sicuramente puoi contattare una Capitaneria di Porto per avere informazioni più dettagliate.

  7. Quesito: Possiedo Patente nautica italiana da 10 anni, poi traferito all estero (Malta let la precisione) hi conseguito qui il boat master che mi consente di condurre in imbarcazione commerciale entro 12 nm se vorrei fare questo in Italia 🇮🇹 devo fare tutto da capo?????

    • Buongiorno Michele, non sappiamo quanto della tua formazione precedente possa essere “recuperato” per velocizzare le pratiche. Ti consigliamo di chiedere consiglio a una Capitaneria di Porto.

  8. Il solito articolo che non rispecchia assolutamente la realta dei fatti!
    settore dove regna l’abusivismo piu selvaggio, skipper pagati in nero, skipper che devono passare come amici del gruppo che ha noleggiato la barca, tutto questo per colpa di un legislatore che un giorno si è svegliato ed ha reso impossibile l’ottenimento delle carte in regola (36 mesi di navigazione a libretto!!!).

    • Buongiorno Fabio,

      ti ringraziamo per il tuo commento. In questo articolo ci limitiamo a spiegare l’iter da affrontare così come esposto dal legislatore, ovvero i passaggi previsti per svolgere questa professionie in modo legale e sicuro.

    • Buongiorno Marco,
      la certificazione britannica come puoi immaginare non viene nominata nella normativa italiana, e putroppo non sappiamo quanto i relativi corsi possano essere considerati come valida. Di certo c’è che resta come minimo da fare l’esame teorico-pratico, «atto a dimostrare il possesso delle conoscenze e capacità di eseguire i compiti e le mansioni dell’ufficiale in servizio di guardia in navigazione di cui all’articolo 1 del decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 5 ottobre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23 ottobre 2000, n. 248, e successive modificazioni».

    • Buongiorno Giovanni, puoi per favore essere più preciso? Stiamo parlando della figura dello skipper professionista: a quali adempimenti fai riferimento?

  9. buonasera se volessi fare con la mia barca un solo un servizio di dispersione ceneri entro le 3 miglia( ho patente nautica senza limiti )
    mi occorre frequentare corsi specifici? devo essere skipper professionale? infine, la barca deve essere registrata come barca da noleggio?
    vi ringrazio anticipatamente per la disponibilità

    • Buongiorno Roberto, la questione è delicata, perché ci sono diverse normative alle quali fare riferimento per un’attività di questo tipo. La dispersione delle ceneri come probabilmente sai è normata dalla legge 130 del 30/3/01 e da ulteriori regole. Nel complesso si indicano le regole per quanto riguarda autorizzazioni (che devono essere due, da parte della Capitaneria e del Comune), distanza dalla riva, aree vietate e ruolo dello skipper. Per sicurezza il consiglio è quello di rivolgersi direttamente alla Capitaneria di riferimento

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