Sopravvivere a una tempesta in mare: tecniche e preparazione

Come sopravvivere a una tempesta in mare? Chi esce in barca solamente per delle brevi escursioni lungo costa con la famiglia, o chi usa il proprio barchino esclusivamente per pescare a poche miglia dal porto, non si pone nemmeno questa domanda, sapendo che sarà praticamente impossibile imbattersi in un evento meteo forte totalmente improvviso e inaspettato, tanto da non riuscire a tornare all’ormeggio in tempo utile. Tutto diverso è invece il discorso per chi con la barca fa uscite più lunghe, magari durante una crociera estiva: qui può effettivamente capitare di ritrovarsi a dover affrontare del maltempo durante la navigazione, o in ogni caso di doversi preparare per l’arrivo di un’eventuale tempesta. Oggi vedremo quindi i principali consigli da imparare a memoria per sopravvivere a una tempesta in mare.

Maltempo in barca: meglio prevenire ed evitare, sempre

La regola principale, quando si parla di navigazione con il maltempo, è quella di evitare. E questo vale per tutti, anche per i diportisti più esperti, più coraggiosi e più attrezzati: sopravvivere a una tempesta in mare dipende di fatto in larga parte dall’evitarla tutte le volte che questo è possibile! Ecco che allora prima di mollare gli ormeggi, o meglio ancora prima di recarsi in porto, è sempre bene controllare le previsioni meteorologiche, per sapere cioè se ci saranno venti forti, tempeste, burrasche, mare mosso, e via dicendo. Come abbiamo detto altrove parlando della necessità di giocare d’anticipo sulla navigazione con il maltempo, è essenziale servirsi delle tante previsioni meteorologiche di qualità a nostra disposizione: parliamo degli aggiornamenti regolari sul canale 16 del VHF fatti dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare e delle varie app dedicate. Ma non ci si deve certo affidare unicamente alle previsioni altrui: il buon diportista sa che queste, a brevissimo termine, possono essere completate dall’occhio, ovvero dallo sguardo dello skipper. Come e quanto soffia il vento? Ci sono nuvoloni in avvicinamento? Cosa dice la carta sinottica? Come sono le onde? Stanno aumentando, o forse si stanno alzando? Tutti questi segnali vanno considerati e interpretati per capire se ci si troverà ad affrontare una tempesta in mare! Nel caso in cui ci sia il rischio di maltempo, meglio rinviare la partenza, standosene tranquilli in porto, o magari cambiare diametralmente rotta.

Sopravvivere a una tempesta in mare: ecco cosa fare

Non sempre è possibile evitare del tutto una tempesta in mare. Talvolta, per via di previsioni poco precise, ci si trova a dover affrontare del maltempo durante una traversata; altre volte, per le più diverse ragioni, ci si trova a “rischiare”, navigando nonostante la presenza di segnali piuttosto chiari di tempesta in arrivo.

Cosa si dovrebbe fare, nel momento in cui il meteo sta cambiando, per assicurarsi di sopravvivere a una tempesta in mare? Ecco una serie di consigli:

  • Per prima cosa è bene accertarsi che tutti siano pronti a seguire le indicazioni dello skipper, ovvero della persona più esperta a bordo. In ogni caso, è fondamentale che tutti sappiamo chi ascoltare, e che lo facciano davvero, come una vera squadra;
  • L’equipaggio, in vista della tempesta, dovrebbe mettere al sicuro tutto ciò che non è fisso, riparato o legato, e in generale sgombrare lo spazio per non avere ostacoli nei movimenti negli istanti più concitati;
  • In vista dell’arrivo della tempesta in mare, chi dell’equipaggio resterà operativo, e che quindi non si rifugerà sottocoperta, deve indossare cerata, stivali, giubbotto di salvataggio e imbrago, per eliminare quasi del tutto il rischio di cadere in acqua durante la tempesta;
  • Finestre, porte, oblò: nel momento in cui la pioggia inizia a farsi importante, è bene controllare che tutto sia chiuso;
  • A livello di navigazione, per sopravvivere a una tempesta in mare è fondamentale cercare per quanto possibile di mantenere la prua al vento
  • Come impostare la velocità durante una tempesta in barca? Avanzare troppo velocemente vuol dire aumentare le probabilità di venire travolti dalle onde: è necessario invece mantenere la velocità minima che permetta di governare la barca in modo sicuro;
  • Le onde dovrebbero essere tagliate ad angolo retto, per rendere la navigazione meno rischiosa;
  • Per capire a livello del tutto empirico e approssimativo quanto dista il cuore delle tempesta -–  ovvero di fatto dove stanno cadendo i fulmini – può essere utile contare i secondi tra lampo e tuono, per poi dividere la cifra ottenuta per tre. Hai contato 6 secondi? Allora i fulmini sono caduti pressappoco a 2 chilometri dalla barca;
  • Quando possibile, all’avvicinarsi di una tempesta, raggiungere sempre un riparo, preferibilmente un porto;
  • La tempesta in mare ti ha colto lontano dalla costa? Allora, se possibile, continua a navigare, per uscire il più presto possibile dalla tempesta;
  • Controllando lo stato attuale del meteo a vista e integrando queste informazioni con app e siti appositi, cerca di capire dove si sta dirigendo la tempesta, e imposta una direzione contraria. Questo sapendo che una tempesta in mare può essere molto veloce, arrivando a muoversi fino a 35 nodi di velocità;
  • Stai affrontando una tempesta in mare con fulmini? Soprattutto nel caso di barche a vela – per via dell’albero – ma non solo, è bene impegnarsi per non essere colpiti da una saetta, che potrebbe mettere ko l’impianto elettrico. Al di là dello sfuggire il centro della tempesta, può essere utile spegnere i dispositivi elettronici non strettamente necessari;
  • Ci sono fulmini vicino alla barca? Per quanto possibile, l’equipaggio dovrebbe stare ben attento a non toccare le parti metalliche della barca;
  • Sempre in caso di fulmini, è bene tenere il motore acceso, per avere sempre la garanzia di avere un mezzo di propulsione per fare ritorno al porto;
  • Mentre una tempesta in mare si avvicina, è consigliabile assicurarsi che il cavo della messa a terra (o meglio, a mare) sia in buone condizioni, al suo posto, e non corroso;
  • L’intero equipaggio deve indossare le dotazioni di sicurezza individuali, anche se rifugiato sottocoperta;
  • Può essere utile assegnare dei compiti all’equipaggio; qualcuno potrebbe mettersi al lavoro per individuare dove cadono i fulmini o per contare i secondi tra lampi e tuoni, qualcun altro potrebbe controllare eventuali vie d’acqua, e così via.
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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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