Non sono certamente pochi i dispositivi che richiedono elettricità a bordo. Pensiamo alle attrezzature necessarie per il governo dell’imbarcazione stessa, dal necessario per esempio per manovrare le vele al verricello salpa ancora, per arrivare fino agli apparecchi elettronici a disposizione del diportista, dal GPS all’ecoscandaglio. Non dobbiamo poi trascurare ovviamente le luci, nonché tutti i comfort per l’equipaggio, dallo stereo fino al caricabatterie per lo smartphone. Il problema è che quell’energia elettrica che a terra diamo per scontata, a bordo della barca non lo è affatto. La capacità a disposizione è anzi limitata, così come lo sono tipicamente spazio e acqua potabile: vivere qualche giorno in barca in effetti è un’ottima via per imparare a vivere con meno risorse a disposizione. Ma tornando all’argomento principale: come ottimizzare la gestione dell’energia a bordo, sapendo che una volta lasciati gli ormeggi non ci sono più reti elettriche in grado di darci tutti gli ampère che vogliamo? Oggi vedremo dunque quali sono le principali tecnologie a nostra disposizione per un’efficace gestione dell’energia a bordo, con particolare attenzione per gli impianti di energia elettrica rinnovabile per barca. Buona lettura!
Gestione dell’energia a bordo: qual è il fabbisogno elettrico della tua barca?
Per capire come migliorare la gestione dell’energia a bordo, ancor prima di capire come “generare” l’elettricità necessaria per la vita in barca, è necessario capire quali sono i nostri effettivi fabbisogni energetici, perlomeno a spanne. Di quanta elettricità abbiamo bisogno durante la navigazione? Pensiamo a un classico impianto elettrico a 12 volt, su un normale cabinato: ogni ora il nostro impianto elettrico potrebbe risucchiare per esempio 3 ampère a livello del frigorifero, 6 ampère per le lampadine accese, 1 ampère per il piccolo ventilatore, e via via tanti altri ampère per dispositivi elettronici di vario tipo. Quello che dovrebbe fare il diportista è semplice a dirsi, un po’ meno a farsi, ma nemmeno impossibile: calcolare il consumo orario medio della propria barca durante la navigazione e rapportarlo all’effettiva capacità dell’impianto presente a bordo, a partire dalla capacità delle batterie nautiche installate a bordo. Di solito il risultato di questi calcoli è tutt’altro che soddisfacente, con il diportista che in risposta dovrebbe prima di tutto cercare di aumentare il risparmio energetico in barca (optando per i led in luogo delle lampadine classiche, evitando di aprire continuamente il frigo, e via dicendo); in secondo luogo però per ottimizzare la gestione dell’energia a bordo è importante capire come aumentare la quantità di elettricità a disposizione.
Come produrre energia elettrica a bordo: non solo l’alternatore
Da dove arriva normalmente l’energia elettrica che consumiamo quando siamo in barca? Questa è la domanda fondamentale per capire come migliorare la gestione dell’energia a bordo. Quando siamo attraccati in porto, tipicamente l’energia arriva dall’apposita colonnina presente in banchina (anche se non è proprio da dare per scontato). Totalmente diverso lo scenario durante la navigazione: in questo caso l’energia elettrica a nostra disposizione, in una barca senza particolari accorgimenti, è quella che ci viene garantita dalle batterie nautiche, sapendo che a nostra disposizione ci potrebbe essere, oltre alla batteria di avviamento, anche la batteria (o più di una) dedicata ai servizi. Le dette batterie possono essere caricate dall’alternatore, che sfruttando la forza elettromotrice del motore della barca crea corrente alternata. Possono entrare in gioco va detto anche i gruppi elettrogeni, inquinanti e pesanti, ma anche delle power station, ovvero delle batterie supplementari da “caricare” in banchina o a casa per poi avere dell’elettricità supplettiva a bordo.
Tutto qui? Non proprio: finora non abbiamo infatti preso in considerazione dei dispositivi capaci di portare al livello successivo la gestione dell’energia a bordo, ovvero i dispositivi per la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Elettricità da fonti rinnovabili a bordo
Nella barca classica, l’energia può avere essenzialmente due fonti: o è astata accumulata sulla terraferma in apposite batterie, o è generata come da dei propulsori alimentati con combustibili fossili. Ma queste non sono le uniche opzioni! Nel momento in cui navighiamo in mare abbiamo infatti a nostra disposizione due potentissime fonti di energia rinnovabile, ovvero i raggi del sole (se non navighiamo di notte o in una giornata particolarmente nuvoloso) e il vento (se non ci imbattiamo in una giornata in cui non soffia nemmeno un po’ di vento). In realtà, va detto, avremmo a disposizione anche l’energia delle onde, ma quello è un discorso ancora oggi “di nicchia”. E se è vero che in barca è possibile energia elettrica prodotta in modo sostenibile anche quando questa viene prodotta altrove e poi incanalata nelle nostre batterie attraverso le colonnine del porto, è certo che il modo più logico per avere dell’energia pulita a bordo è quella di produrla da sé, aumentando la propria autonomia durante la navigazione: ecco come.
I pannelli fotovoltaici in barca
Pressappoco tutti conosciamo ormai, perlomeno in modo superficiale, il funzionamento dei pannelli fotovoltaici, e possiamo quindi intuire il loro impiego per migliorare la gestione dell’energia a bordo. Come è noto a influenzare la quantità di energia che dei pannelli solari fotovoltaici possono generare ci sono le effettive condizioni meteorologiche, l’angolo di incidenza, la presenza di ostacoli che fanno ombra, la superficie esposta e via dicendo. Per questo motivo, per incrementare la quantità di energia prodotta dai pannelli fotovoltaici in barca, è bene scegliere il modello giusto, sufficientemente grande ma non in modo da intralciare la vita bordo: per questo motivo in commercio esistono pannelli fotovoltaici nautici modulari, flessibili, calpestabili, orientabili e via dicendo.
I generatori eolici in barca
Se in mare non mancano solitamente i raggi del sole, non manca nemmeno il vento. Ma come scegliere il generatore eolico per la barca, in grado di sfruttare questa fonte di energia? I due fattori chiave da prendere in considerazione sono spazio a disposizione e budget, sapendo che per una turbina eolica per barca da diporto è possibile spendere tra i 100 euro e i 3.000 euro. Le turbine eoliche per barca migliori sono costruite in modo da sfruttare anche il vento più debole, così come anche per riuscire a resistere in caso di burrasche. Ma non si parla unicamente della capacità di generare energia in situazioni sfavorevoli o della resistenza alle condizioni estreme: un altro fattore da considerare al momento dell’acquisto di un generatore eolico per barca è la soglia di rumorosità, sapendo che le turbine possono essere fastidiose.