Timone a doppia pala: pro e contro

Negli ultimi anni ci sono state varie piccole rivoluzioni nel mondo della barca a vela, a rendere più variegati e sorprendenti i saloni nautici internazionali. Tra queste novità c’è ovviamente quella del timone a doppia pala, che in molti casi – soprattutto sulle barche da regata – è andato a sostituire il classico timone singolo. Ma per quale motivo tanti cantieri si sono convertiti alla doppia pala per il timone? E per quali motivi, invece, altri cantieri continuano a investire sul timone a pala singola? Oggi cercheremo di spiegare perché la doppia pala è stata introdotta, e quali sono i vantaggi e gli svantaggi che porta con sé. Buona lettura!

La storia del timone a doppia pala

La rivoluzione del timone a doppia pala può essere posizionata negli ultimi 5 anni, su per giù. Si tratta quindi di una faccenda piuttosto recente, con tanti diportisti che guardano a questa opzione come a quella più moderna e avveniristica. Da un certo punto di vista, però, è bene dire che in realtà a essere davvero moderno è il timone a pala singola: per secoli e secoli, infatti, le barche dell’antichità sono state governate con timoni a murata, ovvero di fatto dai remi, in mancanza totale di un timone singolo e centrale, il quale è stato introdotta solo all’approssimarsi del basso Medioevo. Si potrebbe quindi dire che non ci si è inventati nulla, o meglio, che con il timone a doppia pala si va a recuperare e a elaborare qualcosa di già presente nella storia della nautica.

Ma quali sono i motivi che hanno spinto ormai tanti cantieri ad abbandonare il timone a pala singola per optare per quello a pala doppia?

Perché abbandonare il timone a pala singola?

Prima di tutto va detto che il timone a pala doppia non avrebbe avuto alcun senso di esistere sulle barche che venivano condotte dai nostri padri, o meglio, dai nostri nonni. Le attuali barche a vela, per venire incontro alle nostre richieste di comfort, sono infatti molto larghe, con poppe che si presentano il doppio più ampie rispetto a quelle che uscivano dai cantieri qualche decina di anni fa. Ed è questo prima importante differenza a giustificare l’introduzione stessa del timone a pala doppia: nel momento in cui la barca sbanda, proprio per la larghezza della poppa, anche la mezzeria si alza significativamente dall’acqua, facendo sì che la stessa pala singola si trovi in gran parte esposta. Da qui nasce la necessita di costruire pale più lunghe. Oltre un certo limite di lunghezza non è però consigliabile andare, per non ritrovarsi con una pala facile allo stallo, e quindi con una portata che può ridursi al minimo, portando alla poca o nulla efficacia del timone.
Di fronte a questo problema, i cantieri si sono mossi prima spostando la pala del timone più lontano dalla poppa, avvicinandolo alla prua – tenendo conto del fatto che quando la barca sbanda tende ad appruarsi – con l’effetto collaterale di avere però una barca meno stabile quanto a rotta, e tendenzialmente più nervosa. Partendo da tutti questi presupposti, i cantieri – uno dopo l’altro – hanno tagliato la testa al toro, introducendo il timone a doppia pala.

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Pro e contro

I vantaggi del timone a doppia pala sono tanti e diversi, alcuni dei quali sorprendenti. Si parte per esempio dal fatto che, a parità di superficie immersa, la pala doppia pesa meno della pala singola, così da avere una barca più leggera. Va poi sottolineato che con l’abbandono della pala singola si ha un immediato aumento dello spazio a disposizione per lo stivaggio, avendo liberato la parte di mezzo dello scafo, cosa che nelle barche classiche non si poteva nemmeno ipotizzare. Ma il vero vantaggio del timone a doppia pala è ovviamente quello dal quale si è partiti all’inizio, ovvero l’incremento importante dell’efficienza del timone sulle barche a vela moderne e quindi larghe, con una governabilità accentuata anche in fase di sbandata; il risultato è inoltre quello di avere una barca che in bolina assicurerà un’andatura più lineare.

Ci sono ovviamente anche dei contro, ci sono sempre. Installare un doppio timone significa maggiore lavoro, e quindi maggior costo sia in fase di costruzione, sia in fase di manutenzione della barca. Va poi detto che le doppie pale, per funzionare bene, devono essere prossime allo specchio di poppa, nonché vicine alle murate, aumentando il rischio di trovarsi con dei processi di cavitazione dell’appendice, ritornando nuovamente nello spettro della governabilità ridotta. E ancora, come tutti sanno, ogni appendice presente sullo scafo si traduce in maggiore attrito: due pale, per quanto piccole, genereranno quindi maggiore attrito.

I fattori da prendere in considerazione per optare per l’una o per l’altra opzione sono tanti, e vanno soppesati per bene. Non è un caso se gli stessi cantieri vacillano talvolta tra un’idea e l’altra. Basti pensare all’esempio del WallyCento Magic Carpet Cubed, battezzato con timone a pala doppia, e modificato due anni dopo con una rivisitazione a pala singola.

(immagine di copertina: https://www.rm-yachts.com)

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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