L’autunno è la stagione dell’Oceano.
Gli alisei entrano costanti in Atlantico e questo apre la kermesse delle grandi regate oceaniche.
Dopo la partenza della Mini Transat, con le piccole oceaniche versione Mini 6.50, torniamo alle barche più grandi e veloci.
Il 27 ottobre da Le Havre, infatti, si torna a puntare la prua verso ovest con uno degli appuntamenti più attesi per gli appassionati delle regata ad alto tasso adrenalinico: la Transat Jacques Vabre.
Organizzata ogni due anni, nasce nel 1993.
Conosciuta con il nome de La Route du café o anche Transat en double, è una regata che si corre in doppio a bordo di tre tipologie di barche da regata: IMOCA, CLASS 40 e MULTI 50.
UNA REGATA PER 3 TIPOLOGIE DI BARCHE DA REGATA DI ALTO LIVELLO
Parliamo infatti di barche di ultima generazione, di quelle per intenderci, che raggiungono velocità incredibili.
IMOCA è l’acronimo di International Monohull Open Class Association, una categoria nata nel 1991 che ha dettato le regole e gli aspetti tecnici delle barche che hanno scritto la storia più incredibile della vela oceanica in solitaria. Sono infatti gli IMOCA ad essere i mezzi utilizzati dai velisti che corrono la leggendaria Vendeè Globe, il giro del mondo in solitario, senza scali che attraversa i 3 capi (Capo di Buona Speranza, Cape Leeuwin e Capo Horn) che si disputa ogni quattro anni.
Le imbarcazioni IMOCA sono lunghe 60 piedi, 18,28 metri, e larghe 5, 85 metri. Delle vere macchine da guerra del mare, dove la tecnologia e le nuove strutture, come i foils, studiate da grandi progettisti fanno raggiungere velocità veramente incredibili. Basti pensare che all’ultima edizione del Vendeè Globe del 2016, il vincitore Armel Le Cléac’h ha impegato 74 giorni, 3 ore, 35 minuti e 46 secondi per circumnavigare la terra, navigando quindi ad una media di oltre 13 nodi.
Seconda categoria ammessa alla Transat Jacques Vabres sono i Class 40. Categoria che segna una linea di passaggio per le nuove leve che hanno il sogno del Vendée Globe. Le regole di classe impongono alcune limitazioni, per contenere i costi, ma lascia sempre un grande margine per sperimentare nuove linee e nuove concezioni che aprono le porte ai futuri navigatori oceanici.
I Class 40 misurano una lunghezza di 12,40 metri per una larghezza di 4,50 metri.
Si passa poi alla categoria dei multiscafi: i MULTI 50.
Una categoria interessante anche se poco “affollata” per questa edizione, dove infatti per la Transat Jacques Vabre ci sono solo tre iscritti.
IL PERCORSO
La Transat Jacques Vabre segue un percorso classico che parte da Le Havre, nota località francese molto legata al mondo delle regate, e farà rotta verso uno dei punti più temuti e rappresentativi di queste kermesse oceaniche, il Golfo di Biscaglia. Tratto sempre molto complicato per i venti e il mare che creano situazioni impegnative e spesso pericolose. Dopo il passaggio per Capo Finisterre, altro punto importante di queste regate, dove il pericolo principale non è solo il meteo ma anche il traffico navale, che spesso si presenta come un’autostrada da bollino rosso.
E’ da qui che la flotta incontrerà il vento tipico da nord est che nasce dall’anticiclone delle Azzorre.
Agganciare questo flusso rende la navigazione più regolare e alle andature portanti.
Sarà però poco più a Sud dell’equatore, nel temuto Pot ou noir, che la regata diventerà un gioco forza tra lo skipper e l’Oceano. Questo tratto è una zona di transizione tra l’anticiclone delle Azzorre e quello di Sant’Elena, una sorta di terra di mezzo, dove le condizioni variano di minuto in minuto, passando da groppi a bonaccia, sotto pioggia e nubi basse.
Una vera prova di resistenza psicologica, più che fisica.
L’obiettivo quindi è cercare di uscire indenni, a livello di classifica, da questo posto diabolico e costeggiare uno dei posti più incredibili dell’Atlantico; le isole di Fernando de Noronha, le isole dove il tempo si è fermato.
A questo punto si entra negli Alisei del sud e si arriva al taglio del traguardo a Salvador de Bahia, dopo oltre 4350 miglia di percorso.
IL PARTERRE DELLA TJV 2019
Chi sarà sulla linea di partenza di questa regata è difficile da raccontare in un solo articolo, ne servirebbe uno per ogni equipaggio. Non sono solo grandi personaggi della vela oceanica, di quelli che scrivono ogni anno la storia di questo sport, ma sono soprattutto i grandi progetti di questi atleti che segnano e raccontano l’impegno, la preparazione e i progetti di grandi marinai.
In questo articolo, ci permettiamo però di presentarvi alcuni dei miti che ognuno di noi, amanti delle regate oceaniche, quelle mitiche, conoscono e ammirano.
Nei Class 40 ci sarà Marc Guillemot, un veterano della navigazione oceanica con diversi Vendèe Globe sotto la chiglia e un’avventura italiana, meglio dire adriatica, che ha anche menzionato nel suo libro; il salvataggio di un uomo caduto in mare durante una Rimini-Corfù-Rimini e che noi abbiamo raccontato in un’intervista a Bicio Agostini, in barca con lui proprio in quell’occasione.
Marc, che tutti chiamano all’italiana Marco, ha vissuto anche uno degli incidenti più famosi del Vendèe Globe, concluso positivamente.
Marc Guillemot ha raggiunto in mezzo al Pacifico Yann Elies, altro concorrente al giro del mondo, che a causa di un’onda si ferì gravemente.
Marc lo raggiunse e girò intorno alla sua barca per monitorare la situazione in attesa dei soccorsi, provando a lanciargli delle razioni di cibo e acqua, in quanto Yann non poteva assolutamente muoversi.
Ci sono diversi video fatti proprio dalla barca di Marc che testimoniano la vicenda.
Sempre nella categoria Class 40 non manca uno dei personaggi più incredibili della vela: Bertrand de Broc. Navigatore esperto, Bertrand ha l’aspetto altero e serioso dei bretoni, è stato il più giovane ad aver partecipato al circuito Figaro, a soli 17 anni. Anche per lui ci sono diversi Vendèe Globe tra cui il più famoso dove, a causa di un incidente, si tagliò la lingua e dovette ricucirsela da solo a bordo, in mezzo all’Oceano.
Ideatore nel 1996 del primo progetto di crowdfunding chiamato Votre Nom autour du Monde – Il tuo nome intorno al mondo – dove riuscì a coinvolgere nella sua campagna sportiva ben 10.000 persone e 250 aziende.
Nella categoria IMOCA la lista è lunga per i grandi personaggi. Troviamo Yann Elies, di cui abbiamo accennato prima. Il simpaticissimo Roland Jourdain, conosciuto anche come Biluo. Navigatore esperto con ben due vittorie su questo campo di regata, ma anche persona affabile che appena sente parlare italiano inizia a sfoderare tutto il suo repertorio di parole come “pasta”, “pizza”, “ciao”.
Tornando ai grandi pezzi da novanta, non poteva mancare il grande, inossidabile ed inglesissimo Alex Thomson che presenterà la sua nuova UGO BOSS, fresca di cantiere e di innovazioni tecnologiche. Una barca completamente stravolta da soluzioni che tutti sono curiosi di vedere in navigazione. Come sempre, Alex non delude.
Per le nuove leve, non potevamo non citare Alan Roura, giovanissimo svizzero che con la sua simpatia, la sua incredibile passione per la vela, sempre umile e sorridente, torna in acqua con una nuova barca. Alan viene dal mondo dei Mini 6.50, dove ha partecipato nell’edizione 2013 della Mini Transat. Alla chiusura di quell’esperienza la sua idea era già chiara; partecipare al Vendèe Globe. Ed eccolo sulla linea di partenza del giro del mondo nel 2016, emozionato e felice come pochi. Oggi, Alan è cresciuto e continua ad essere presente nei più importanti campi di regata degli IMOCA, come il prossimo appuntamento del Vendèe Globe 2020. Bravo Alan!!!!
GLI ITALIANI. POCHI MA BUONI
Queste tipologie di regate, lo sappiamo, sono appannaggio dei francesi, ma da qualche tempo, e con pazienza, si stanno affacciando anche i nomi di skipper italiani.
Per questa edizione della Transat Jacques Vabre saranno sulla linea di partenza Giancarlo Pedote, a bordo dell’IMOCA Prysmian. Giancarlo è toscano, e da diversi anni ha fatto la scelta di trasferirsi in Francia, la culla della vela oceanica. Anche lui proveniente dal mondo Mini 6.50, ha fatto diverse campagne con i Class 40 per poi arrivare al progetto Vendèe Globe 2020. Un professionista e un grande atleta.
Nei Class 40 ci sarà anche Pietro Luciani. Architetto navale e skipper professionista, ha già partecipato nel 2017 alla Transat Jacque Vabre con l’italiano Massimo Juris, classificandosi al 6° posto. Per questa edizione sarà in coppia con l’armatrice di una barca più recente con l’obiettivo di classifica. Anche per Pietro una grande opportunità per portare un po’ di Italia tra i nomi francesi di questa categoria.