Eccoci di ritorno alla nostra guida su come realizzare e utilizzare i nodi più utili del mondo della nautica. Dopo i nostri approfondimenti su nodo inglese, nodo bandiera e nodo parlato, andiamo finalmente a parlare del nodo piano, sicuramente uno dei più usati e versatili durante la navigazione su una barca a vela e non solo.
Il nodo piano: a cosa serve e il metodo per realizzarlo
Quando parliamo del nodo piano, mettiamo in gioco quello che probabilmente è il principe dei nodi di giunzione. Risulta essere infatti estremamente utile nell’unire cime e corde dello stesso diametro, nonché per reggere carichi costanti e forti. Questa peculiarità gli è valsa il soprannome di “nodo Ercole”, con cui è conosciuto fin dall’antichità.
Per imparare a realizzare questo nodo, tipicamente utilizzato dopo aver ammainato la randa, occorrono solo due cose: un paio di funi o cime e i prossimi passaggi di questo articolo!
Primo passaggio: partenza
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Prendiamo le due estremità delle due corde che vogliamo unire.
Secondo passaggio: sovrapposizione dei capi
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Si procede sovrapponendo le due estremità l’una all’altra.
Terzo passaggio: il mezzo nodo
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I due correnti vengono ora utilizzati per formare un mezzo nodo.
Quarto passaggio: deviazione verso l’alto
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A questo punto, non assicuriamo i due correnti, ma li portiamo invece verso l’alto.
Quinto passaggio: seconda sovrapposizione
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Con una seconda sovrapposizione dei due correnti, formeremo un altro mezzo nodo.
Sesto passaggio: conclusione
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Ora basta assuccare il nodo piano tirando in direzione opposta dormienti e correnti, fino a chiuderlo e ottenere il risultato finale.