Umidità in barca durante il rimessaggio invernale: come fare?

C’è chi ha a che fare con l’umidità in casa, e c’è chi ha che fare con l’umidità in barca. In entrambi i casi, i potenziali danni non sono per nulla pochi, anzi. E se l’umidità nella propria imbarcazione può essere un problema durante l’utilizzo, fino ad arrivare a rovinare delle altrimenti stupende notti passate in marina, questo stesso disturbo può essere altrettanto problematico anche quando la barca non viene utilizzata per lungo tempo. A fare paura a tanti diportisti è infatti soprattutto l’umidità in barca durante il rimessaggio invernale, soprattutto in quei casi in cui la rimessa delle barca è lontana da casa, ed è impossibile raggiungere regolarmente la barca per controllare la situazione all’interno. Il fatto è che i danni causati dall’umidità a bordo possono essere davvero parecchi: vediamo quindi come fare per contenere l’umidità in barca durante il rimessaggio invernale!

I danni dell’umidità a bordo

Qualche diportista dell’ultima ora potrebbe prendere sottogamba le conseguenze dell’umidità in barca durante il rimessaggio invernale. Potrebbe quindi portare la barca in rimessa, pulirla, coprirla con un telo copribarca qualsiasi, e tornare sul posto dopo 5 o 6 mesi, per ritrovare magari un’imbarcazione aggredita in modo drammatico dall’umidità.

Ma quali sono nel concreto i possibili e più probabili danni in questi casi? Ebbene, ad andarci di mezzo è prima di tutto lo spazio interno della nostra imbarcazione, facile vittima dell’umidità ambientale e della conseguente condensa che si forma un po’ ovunque. Ecco allora che avremo la formazione di muffe sulle superfici che più delle altre sono esposte a questo fenomeno, e quindi negli angoli e sulle cuscinerie. L’ambiente interno diventa così non solo poco confortevole, ma anche poco o per nulla salubre, tanto più che le cabine sono tendenzialmente dagli spazi piccoli.

Non si dovrebbe pensare però unicamente alla cuscinerie, ai mobili e alle pareti della barca. L’umidità può aggredire anche l’impianto elettrico e i dispositivi elettronici, portando all’ossidazione di diversi elementi e al malfunzionamento di quello o di quell’altro apparecchio. Va peraltro sottolineato che l’umidità, oltre che alle cabine, può in realtà colpire l’intera coperta: le barche poste in rimessaggio invernale sono infatti coperte con dei teli copribarca che, se non opportunamente progettati e posizionati, possono creare un microclima pericolosamente umido per l’intera barca.

Le cause

Quali sono le cause dell’umidità a bordo? Ebbene, il problema è creato dalla condensa, ovvero dallo strato di goccioline di acqua che si forma sulle superfici esposte a un alto livello di umidità ambientale. Da qui avremo la formazione di macchie, di muffe e via dicendo, con il proliferare di batteri e di cattivi odori. L’umidità eccessiva è il risultato del cambio di temperatura, e della differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno, nonché della presenza effettiva di umidità all’interno della barca (si pensi unicamente all’umidità prodotta dal nostro respiro quando puliamo la barca prima di abbandonarla per l’inverno). Insomma, di fattori che possono causare umidità e quindi muffa non ne mancano di certo. Come fare quindi per ridurre l’umidità in barca durante il rimessaggio invernale?

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Come ridurre l’umidità in barca durante il rimessaggio invernale

Per ridurre l’umidità in barca durante il rimessaggio invernale la migliore delle vie sarebbe quella di arieggiare regolarmente la barca. Ma sono ben poche le persone che possono farlo, per distanza dalla rimessa, per l’impossibilità di entrarvi di frequente o per la semplice mancanza di tempo.

Come fare quindi? É bene fare in modo che la barca sia già di per sé abbastanza arieggiata, optando laddove necessario per dei teli copribarca con delle bocchette o con degli aeratori, così da non creare un malsano effetto serra. Va poi ovviamente evitato di lasciare oggetti umidi all’interno della barca: pensiamo alla coperta bagnata per le pulizie, ai cuscini non del tutto asciugati dopo il lavaggio, e via dicendo. Le cuscinerie e i tessuti, peraltro, quando possibile, dovrebbero essere tutti portati altrove per l’inverno, così da avere un pensiero in meno.

É necessario assicurarsi che le griglie di ventilazione della barca siano ben pulite e aperte. E poi? Poi è bene posizionare all’interno della barca dei dispositivi preposti alla riduzione attiva dell’umidità a bordo. Ci sono in questi casi tante opzioni diverse. Di certo lasciare acceso a bordo una stufetta elettrica è qualcosa di effettivamente pericoloso. Sarebbe certamente meglio predisporre a bordo un deumidificatore. Nel caso di deumidificatori elettrici, il trucco sarebbe quello di dirottare l’umidità – e quindi l’acqua – raccolta all’esterno della barca, con un tubo che permetta quindi il funzionamento continuo ininterrotto del dispositivo: in questo caso non si dovrà fare altro che fissare un tetto massimo di umidità, superato il quale il dispositivo entrerà automaticamente in funzione. Questa opzione, ovviamente, ha il contro di spendere elettricità, e di lasciare qualcosa di “elettronico” acceso a bordo, senza sapere effettivamente se stia o meno funzionando.

È molto più economico e sicuro – seppur meno efficiente – il classico deumidificatore a sali per barca: non si dovrà fare altro che posizionarne alcuni a bordo. I deumidificatori a sali di Euromeci, per esempio, coprono ognuno uno spazio massimo di 30 metri cubi, e una ricarica di sale agisce fino a 3 mesi.

 

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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