Vernice Gelcoat per imbarcazione: scelta e applicazione per la verniciatura dello scafo

Anche oggi ci dedichiamo a un tema piuttosto delicato con cui tutti gli appassionati di nautica hanno sbattuto la testa almeno una volta durante la loro “carriera” da diportisti. Parliamo infatti del gelcoat (o gel coat a seconda delle persone), un elemento che gioca un ruolo molto importante nelle operazioni di manutenzione degli scafi in vetroresina di ogni tipo e in quasi ogni componente. 

In questo approfondimento, vedremo in maggior dettaglio quegli aspetti che portano alla scelta del miglior gelcoat per le proprie esigenze e di quali sono alcuni accorgimenti per applicarlo al meglio. 

Bando agli indugi e iniziamo!

Gelcoat: un identikit generale

Abbiamo già dedicato un approfondimento piuttosto ampio alle caratteristiche del gelcoat, ma ripetere i punti fondamentali non farà di certo male.

In sostanza, quello che noi chiamiamo gelcoat è un tipo particolare di vernice che si è soliti consigliare per dare finitura alla vetroresina degli scafi di qualsiasi barca costruita in un simile materiale. Il suo scopo è quello di proteggere la superficie di vetroresina dai fattori come i raggi uv, dall’umidità e dalla salsedine, agenti atmosferici con cui qualsiasi scafo si trova a contatto in un modo o nell’altro.

Il compito del gelcoat è quindi quello di salvaguardare l’integrità dello scafo di una barca tramite uno strato protettivo uniforme formato da una miscela di pigmenti, resina e cosiddetti elementi incerti. Se correttamente applicato, il gelcoat riveste lo scafo della barca con uno strato perfettamente liscio e lucido.

Tipi di gel coat per la verniciatura

Fatta di nuovo la premessa generale su cosa effettivamente è il gelcoat e su quale sia il suo compito, diamo ora un’occhiata alle diverse varietà che il mercato può offrire. La differenza sta soprattutto nelle proporzioni delle componenti che formano la vernice e nel livello di protezione e vita utile che lo strato protettivo può avere per la nostra barca.

Gelcoat ortoftalico

In questo caso, parliamo di un gelcoat formato utilizzando come base una resina ortoftalica, fondamentale per assorbire al meglio l’umidità. Il protettore ricavato da questa può essere steso con grande facilità grazie alle sue caratteristiche, ma la sua applicazione a livello industriale lo rende solitamente meno indicato per l’utilizzo nel mondo della nautica.

Gelcoat isoftalico

La resina isoftalica su cui si basa questo prodotto ci da molte più garanzie per l’applicazione nautica grazie alla resistenza ad acqua e raggi UV che il materiale possiede già di base. Di fatto, questo fattore unito alle sue grandi capacità meccaniche rende il gelcoat isoftalico uno dei materiali più utilizzati in sede di costruzione e riparazione delle imbarcazioni in vetroresina.

Gelcoat neopentilico

L’ultimo stadio dell’evoluzione di questa speciale vernice, è una versione che parte dai gel isoftalici per garantire la protezione di uno strato compatto ancora più resistente a umidità, sole e salsedine. Le sue caratteristiche e la speciale formula con cui è studiato gli consente di mantenere nel tempo la sua integrità sullo scafo.

Da non perdere:   I consumi del motore della barca

Che tipologia di gelcoat applicare allo scafo della barca? 

Oltre all’erosione fisiologicamente riscontrabile in uno scafo esposto per molto tempo al mare e agli elementi atmosferici, il gelcoat viene utilizzato anche per la riparazione dei danni causati da collisioni e contatti indesiderati in cui è talvolta possibile incorrere anche per i marinai più attenti.

Per la riparazione dei graffi e degli sfrisamenti che possono dunque avere luogo, è solitamente sufficiente servirsi di gelcoat bianco per reintegrare la superficie di quanto perso. 

Al di là di quello che può essere visto come un intervento maggiormente invasivo, esistono varianti di prodotto capaci anche di lucidare lo scafo dell’imbarcazione in nostro possesso. In questo senso, si parla specificamente di gelcoat lucidante, che viene applicato agli scafi con movimenti circolari che potrebbero ricordare il famoso “dai la cera, togli la cera”. In ogni caso, proprio a proposito di cera, esistono prodotti a lei analoghi pensati specificamente per incerare e proteggere sia il gelcoat che le verniciature.

Come ultimo punto, possono purtroppo verificarsi circostanze sfortunate in cui uno scafo finisce per macchiarsi di olio o di ruggine. Dover raschiare via tutto lo strato protettivo con la pasta abrasiva e riapplicarlo da zero sarebbe un grattacapo non indifferente anche per la pazienza di un monaco buddhista, ma fortunatamente esiste anche una soluzione alternativa. Si trovano infatti in commercio speciali detergenti per gelcoat, solitamente concentrati in polveri appositamente progettate per smacchiare sia superfici verniciate che fibra di vetro che strati già applicati di gel protettivo.

Come ripristinare la patina di gelcoat sull’opera morta?

Quando dobbiamo eseguire un intervento di manutenzione sull’opera morta della nostra barca, dobbiamo chiaramente valutare le condizioni su cui andremo a operare. 

Se le condizioni della patina protettiva sono pessime già a occhio nudo per via di spaccature mancanze, allora è una buona idea ricominciare da capo e applicare un nuovo strato dello stesso materiale. A questo proposito è necessario pulire da cima a fondo le murate tramite una carteggiatura volta a eliminare tutti i residui della vecchia pellicola protettiva. Steso il nuovo strato di gelcoat, è sufficiente poi applicare uno strato di cera e lucido per la massima resa e la massima protezione.

Nel momento in cui invece la nostra barca avesse uno strato isolante opaco o semplicemente deficitario in brillantezza, sarà sufficiente utilizzare dei prodotti specifici per la lucidatura o stendere un livello di vernice bicomponente o monocomponente.

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.

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