Verricelli nautici e sistemi di alaggio: sicurezza ed efficienza

Oggi parliamo di un equipaggiamento che potrebbe spesso passare in sordina nel quotidiano, o per lo meno fino a che non occorre dedicarsi  alle operazioni  di alaggio della propria imbarcazione per la regolare messa in secca e, per esempio, il carico sul carrello portabarca.

In questo approfondimento, ripasseremo in che cosa consistono le operazioni  di alaggio, vedremo quali sono gli aspetti  da tenere maggiormente in considerazione per svolgerle nella maniera più corretta e, in ultimo, daremo un’occhiata a quali sono i migliori tipi di verricelli in base alle loro caratteristiche per questo tipo di attività.

Attività di alaggio: cosa si intende nello specifico? 

In linea di massima, quando parliamo di alaggio intendiamo le operazioni volte a trainare un’imbarcazione sulla terraferma, generalmente per permettere le operazioni di manutenzione della carena (per esempio per dare la vernice antivegetativa).

Storicamente, le operazioni di questo tipo sono state svolte con animali (buoi e cavalli da tiro fin dai tempi dell’antica Roma) ma anche con la semplice forza delle braccia degli uomini a sobbarcarsi tutti i kg di peso delle imbarcazioni tirando le spesse funi conosciute in italiano come “alzaie”. Questo era il caso dei famosi alatori del fiume Volga, protagonisti di molte canzoni popolari russe.

A ogni modo, la maggior diffusione dei macchinari nel corso del tempo ha permesso l’utilizzo di apparecchiature capaci di rendere meno faticoso questo tipo di attività. Parliamo infatti di specifici verricelli di alaggio, che possono essere meccanici o elettrici, ma vedremo nel prossimo paragrafo di cosa si parla. L’importante è sempre quello di riuscire a caricare la propria fedele compagna sul suo carrello per barca!

Strumenti per l’alaggio: verricello elettrico e verricello manuale

Da vocabolario della lingua italiana, un verricello non viene definito in altro modo se non una “macchina semplice per il sollevamento di oggetti pesanti, sorta di argano ad asse orizzontale costituito essenzialmente da un tamburo rotante azionato a mano o a motore”. 

Questo stralcio di dizionario ci permette subito di capire che, oltre all’utilizzo specifico per il trascinamento in secca di una barca per il carico sull’apposito carrello nel mondo della nautica, l’ offerta in tema di verricelli si divide in due principali tronconi:

  1. Verricelli meccanici: rappresentano probabilmente ancora Il modo migliore per posizionare la propria barca su un carrello. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, infatti, mettere un po’ più di olio di gomito e faticare, infatti consente maggiore controllo sulla direzione e sulla velocità di carico della propria imbarcazione. Si tratta di strumenti chiaramente più lenti e leggermente più costosi, ma comunque consigliati per barche di tipo più semplice e senza supporti elettrici.
  2. Verricelli elettrici: i verricelli elettrici o automatici sono strumenti ugualmente utili per issare la propria barca sul carrello grazie all’utilizzo di un cavo e delle apposite cinghie di nylon, con l’innegabile vantaggio di evitare a chi li utilizza di faticare. La potenza esercitata da un argano elettrico può essere tale da permettere al singolo utente di cavarsela con le operazioni di carico anche da solo se necessario, sempre con la necessità di fare attenzione chiaramente. La discriminante a cui badare, ovviamente, è il peso della barca che si intende sollevare.
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Se dovessimo tirare le somme dietro alla scelta dei due tipi di questo accessorio, comunque, è bene sapere che generalmente i verricelli elettrici sono più economici. Un livello di controllo più alto, tuttavia, resta sempre una buona idea, soprattutto quando si parla di un’operazione così delicata che coinvolge la propria barca.

La sicurezza prima di tutto 

Potrebbe sembrare superfluo sottolinearlo, ma come dicevano i nostri illustri antenati, repetita iuvant: le operazioni di alaggio, come ogni altra operazione di manutenzione del mondo della nautica, devono essere svolte in piena sicurezza. Bisogna sempre controllare che gli attacchi del cavo di acciaio e/o delle cinghie in nylon siano stabili, oltre che assicurarsi che entrambe questi componenti siano perfettamente integri.

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.

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