Per molte persone fare un tuffo in mare da una barca o anche semplicemente ammirare un tramonto dal mare è qualcosa di quotidiano.
Ma uno yachting accessibile può rappresentare un sogno, un’esperienza straordinaria come nel caso delle persone diversamente abili che per limitata mobilità, non riescono a salire su una barca neanche per un semplice bagno al largo.
L’accessibilità è una questione che riguarda tutti i settori, ma in particolar modo chi opera nel turismo e nei trasporti.
Eppure, nell’ambito della nautica da diporto, sono ancora pochissime le realtà italiane che si rivolgono alle persone con disabilità o che comunque includono nella propria offerta alcuni servizi per i disabili.
Gran parte degli ostacoli che impediscono ai disabili di praticare la nautica potrebbero in realtà essere risolti grazie alla diffusione di alcune buone pratiche per uno yachting accessibile.
Ad esempio il montaggio di un sollevatore per servizio imbarcazione, specifico per disabili, permetterebbe a molte persone di spostarsi in modo confortevole dalla banchina al ponte dell’imbarcazione.
Inoltre molte barriere potrebbero facilmente essere eliminate già in fase di progettazione.
Nei nuovi edifici pubblici, così come nella ristrutturazione di quelli preesistenti, è oramai normale prevedere rampe di accesso dedicate, la cosiddetta eliminazione delle barriere architettoniche.
Quali sono le linee guida di progettazione nautica per uno yachting accessibile?
Bisogna tenere sempre ben presenti i due elementi base: l’accessibilità e la sicurezza.
In relazione allo spazio esterno (imbarco/sbarco, mobilità in pozzetto e coperta), l’accessibilità deve essere esaminata considerando l’utente con problemi di mobilità, come semplice ospite oppure come membro attivo della conduzione dell’imbarcazione.
Per lo spazio interno, invece, bisogna partire dai problemi di accesso attraverso il tambuccio che consente la discesa per il raggiungimento delle funzioni principali (servizi igienici, letto) e di quelli relativi alla preparazione del cibo e dell’utilizzo del tavolo anche in sedia a rotelle.
La sicurezza deve essere quindi considerata per ciascuna delle funzioni suddette.
Va da se che minore è la lunghezza dello scafo, maggiori sono i problemi per rendere accessibile un mezzo.
È quindi necessario ripensare completamente l’oggetto “barca” partendo dal sistema di imbarco, facilitando al massimo la mobilità a bordo con percorsi lineari e sacrificando alcuni ambienti, tipici delle barche attualmente in produzione, in modo da favorire una corretta disposizione e fruizione degli spazi vitali.
Molto probabilmente su una barca di 10 metri si potrà ricavare un solo bagno, ma di dimensioni più ampie e certamente più comodo per chiunque.
In generale possiamo dire che si tratta quindi di individuare soluzioni intelligenti e flessibili.
Cosa si può fare?
È altresì fondamentale che il lavoro di un gruppo di specialisti, atto a standardizzare le soluzioni tipo di yachting accessibile per ciascuna macro fascia dimensionale di yacht a vela (e a motore), venga sottoposto a una commissione di Confindustria Nautica allo scopo di definire un nuovo regolamento, non obbligatorio, che premi i cantieri virtuosi che vogliano costruire imbarcazioni accessibili.
Il ruolo dei progettisti è fondamentale in questo senso ed è altrettanto importante che i designers collaborino con gli ingegneri, gli strutturisti e con i registri, allo scopo di ripensare alla progettazione anche dal punto di vista della normativa.
Il fatto, ad esempio, che la mastra che delimita il pozzetto dalla discesa sottocoperta sia temporaneamente abbattibile, in modo da favorire il passaggio, non significa che essa non ci sia.
Un dovere che può trasformarsi in opportunità
Allestire una imbarcazione pensando a chi ha particolari difficoltà motorie rappresenta oggi una scelta di civiltà, ma allo stesso tempo permette agli imprenditori nautici di affacciarsi su un mercato che può offrire molte opportunità di crescita professionale.
Nel mondo della nautica spesso basterebbe veramente poco, in fase di progettazione o allestimento, a rendere la navigazione veramente accessibile a tutti.
Invece salire a bordo di una qualunque imbarcazione può essere molto complicato per una persona con mobilità ridotta e non sempre è possibile garantire una postazione sicura a bordo per chi è costretto su una sedia a rotelle.
Inoltre, anche chi dispone di imbarcazioni accessibili per disabili molto spesso deve limitare i propri spostamenti perché la maggior parte dei porti non è attrezzata.
Infatti in Italia la presenza di servizi accessibili sulle banchine o di moli a striscie gialle nelle aree portuali, è una rarità.
Infine, nonostante una richiesta sempre crescente, sono pochissime le realtà che offrono ai propri clienti mezzi attrezzati per specifiche attività nautiche.
Ad esempio solo alcuni operatori specializzati offrono l’opportunità di usufruire di una barca a vela per disabili ed è ugualmente raro trovare centri per sub che dispongano di una barca diving allestita in modo adeguato.
Pochissime anche le iniziative che riguardano i campeggi nautici per persone con mobilità ridotta.
Quanto è importante far condividere a quante più persone la passione per il mare? Voglio lasciare questa domanda aperta proprio per aiutarci a capire nei commenti cosa ne pensate.